Santo eremita in preghiera, vetrata di P. Beda Fernandes OSB |
Che cosa significa tutto questo per noi nella nostra vita quotidiana? Se anche non siamo chiamati alla vita monastica o non abbiamo la costituzione fisica per sopravvivere ai rigori del deserto, siamo pur sempre responsabili della nostra solitudine. Precisamente per-ché il nostro ambiente secolare ci offre così poche realtà spirituali, dobbiamo noi sviluppare la nostra, modellando il nostro personale deserto, in cui ci possiamo ritirare ogni giorno, scuoterci di dosso le coartazioni del mondo e starcene alla presenza amorevole e saluta-re del Signore. Senza questo deserto finiremmo per perdere la nostra anima, pur continuando a predicare il vangelo agli altri. Con una tale dimora spirituale, di-verremo invece sempre più conformi a lui.
In conclusione, la solitudine è il luogo della purificazione e della trasformazione, della grande lotta e del grande incontro. La solitudine non è solo un mezzo in vista di un fine. E il luogo dove Cristo ci rimodella a sua immagine e ci libera dalle ingannevoli coartazioni del mondo. Insomma, è il luogo della nostra salvezza: quindi il luogo dove vogliamo condurre tutti coloro che stanno cercando la luce in questo mondo oscuro.
H.J.-M. Nouwen, Silenzio, solitudine, preghiera, 32-34.
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