sábado, 23 de maio de 2015

Dio è Dio perché non ha nulla

Sec. XIII, Metropolitan Museum of Art, NY.
«La vera felicità, la felicità della persona, la felicità dello spirito, insomma tutte le felicità che hanno origine nell’intelligenza e nel cuore, sono beni che non possono essere posseduti. Quando si vuol possedere la verità, la si perde. Quando si vuole farne un monopolio, la si limita in una caricatura, quando si vuol possedere l’amore, gli si diventa estranei... Questa felicità esiste solo circolando, comunicandosi in una disappropriazione continua.

La vita divina che è Trinità è impossedibile. Dio è per eccellenza l’impossedente e l’impossedibile, l’antipossessione come l’antinarciso. Egli è Dio proprio a ragione di questo spossessamento...

La più elevata espressione del cristianesimo è la scoperta della Povertà. E’ l’intuizione profonda, viva, irradiante della Povertà di Dio... Il Padre non ha nulla, non è che uno sguardo verso il Figlio. Il Figlio non ha nulla, non è che uno sguardo verso il Padre. Lo Spirito Santo non ha nulla, non è che un’aspirazione verso il Padre e il Figlio. Dio è povero, Dio non ha nulla, Dio è Dio perché non ha nulla...»
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[1] M. Zundel, À l’écoute du silence, Téqui, Paris 1979, pp. 66 e 101-103; citato in Bible Chrétienne II, 216.