terça-feira, 26 de março de 2013

Giuda, uno dei Dodici

«Ecco, si avvicina colui che mi tradisce» (Mt 26, 47). Neppure uno sguardo per la folla che si avvicina, per le spade e i bastoni dei nemici. Essi non avrebbero alcun potere! Lo sguardo di Gesù è solo per colui che ha procurato quest'ora di tenebra. Anche i suoi discepoli devono sapere dove sta il nemico. Per un attimo tutto è nelle mani di quel solo, il traditore, la storia della salvezza e del mondo. «Ecco colui che mi tradisce», e nella notte i discepoli riconoscono con orrore in lui Giuda, il discepolo, il fratello, l'amico.

«Mentre parlava ancora, ecco Giuda, uno dei Dodici, arrivò, e con lui una gran folla di gente armata di spade e bastoni» (Mt 26,47).

Ora vediamo che restano solo due persone come protagonisti. I discepoli e le guardie si ritirano, sono due gruppi non all'altezza di ciò che devono fare. Solo due sono quelli che fanno la loro opera come va fatta.

Gesù e Giuda. Chi è Giuda? Questo è il problema. E uno dei problemi antichissimi e insistentemente rimeditati nella cristianità. Dapprima atteniamoci a ciò che l'evangelista stesso ci dice in proposito: «Giuda, uno dei Dodici». Riusciamo a cogliere un po' dell'orrore con cui l'evangelista ha scritto questa piccola frase? Giuda, uno dei Dodici; che c'era di più da aggiungere? E veramente con ciò non era detto tutto, tutto l'oscuro segreto di Giuda e al tempo stesso il più profondo orrore per questa azione? Giuda, uno dei Dodici; il che significa: era impossibile che accadesse questo, era totalmente impossibile, eppure accadde. No, qui non c'è più niente da spiegare e da capire. E assolutamente inspiegabile, incomprensibile, resta totalmente mistero, eppure è accaduto. Giuda, uno dei Dodici, non significa solo uno che giorno e notte era accanto a Gesù, uno che si era fatto suo discepolo, che aveva sacrificato qualcosa per questo, che aveva lasciato tutto per stare con Gesù, un fratello, un amico, un uomo di fiducia di Pietro, di Giovanni, del Signore stesso. Ma c'era qualcosa di ancora più incomprensibile: Gesù stesso aveva chiamato ed eletto Giuda! E questo il vero mistero, poiché Gesù sapeva fin dall'inizio chi lo avrebbe tradito. Nel vangelo di Giovanni dice Gesù: «Non sono stato io che ho eletto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo» (Gv 6, 70). Giuda, uno dei Dodici! Il lettore a questo punto è costretto a guardare con la massima costernazione non solo a Giuda, ma anche al Signore che lo ha eletto. E quelli che ha eletto, li ha amati. Li ha fatti partecipare a tutta la sua vita, e Giuda è stato uno di loro. (...)

Eppure Gesù sapeva dall'inizio chi lo avrebbe tradito! Giovanni è in grado di riferire inoltre di un segno estremamente misterioso dell'attaccamento di Gesù a Giuda. Nella notte dell'ultima cena Gesù dà a Giuda un boccone di pane intinto, e a questo segno della massima familiarità Satana entra in Giuda. Allora Gesù dice a Giuda, con una preghiera che è al tempo stesso un comando: «Quello che fai, fallo al più presto» (Gv 13, 27). Nessun altro capì quello che stava avvenendo. Tutto rimase fra Gesù e Giuda.

Giuda, uno dei Dodici, eletto da Gesù, ammesso alla familiarità con Gesù, amato: questo significa forse che Gesù vuoi mostrare e provare anche a colui che lo tradisce il proprio amore? Significa che egli deve anche sapere che in fondo non c'è niente da tradire in Gesù? E anche che Gesù ama profondamente la volontà di Dio, che si compie nella passione, ama anche colui che con il suo tradimento gli apre la strada, che ora per un attimo ha in mano il destino di Gesù? Significa che egli lo ama come l'esecutore della volontà di Dio, pur sapendo la minaccia che grava su colui che la renderà effettiva? E un grande insondabile mistero: Giuda uno dei Dodici.

D. Bonhoeffer, Predica su Giuda, pp. 532-534.

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