tag:blogger.com,1999:blog-62465793806695738262024-03-12T19:44:24.818-07:00In via pacisQuesto è un spazio dove condividiamo un po' di testi e foto della bellezza Divina sperimentata nella liturgia della Chiesa.Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.comBlogger48125tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-11871732587796718102020-03-03T21:39:00.000-08:002020-03-03T23:26:57.352-08:00Il segno di Giona<div align="left" class="MsoTitle" style="font-family: "Calibri Light", sans-serif; font-size: 28pt; letter-spacing: -0.5pt; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-indent: 35.45pt;">
<h2>
</h2>
</div>
<div class="MsoNoSpacingCxSpFirst" style="font-family: "Times New Roman", serif; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<a href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6246579380669573826" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a><span style="font-size: large;">Un uomo che tenta di nascondersi da Dio, di sottrarsi al volto del Signore. Organizza la fuga per nave, attraverso i mari. Tentativo che ha il suo fascino, come un gioco improvvisato di bambini, ma al tempo stesso archetipo impressionante dell’avventura umana. Il «segno» di Giona.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacingCxSpMiddle" style="font-family: "Times New Roman", serif; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-size: large;">La fuga finisce per cozzare contro i limiti invalicabili posti dalla natura. Il mare rifiuta ogni scappatoia al fuggitivo e Giona rischia il salto supremo. Il valore del «segno» sta soprattutto nel delimitare le frontiere di questo allontanamento supremo: sono le viscere del mostro, il punto ultimo della fuga lontano da Dio, l’abisso, le profondità degli inferi. «Travolto dal vortice delle acque, dice Giona, l’alga si è avvinta al mio capo. Sono disceso fino alle radici dei monti, i chiavistelli della terra mi hanno rinchiuso per sempre» (Gen 2,6-7).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacingCxSpMiddle" style="font-family: "Times New Roman", serif; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<a href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6246579380669573826" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a><a href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6246579380669573826" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a><span style="font-size: large;">Laggiù, di fronte ai limiti mitici, nel caos del ventre del mostro, Giona giunge al termine della sua fuga. Il termine, naturalmente, è Dio. Nel ventre del mostro Giona si ritrova là dove si rifiutava di andare. Ma ora conosce ciò che rifiutava e ciò che cercava nel suo fuggire. Ha tracciato una via. Giona ora è un punto riferimento, un «segno».</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEju5O7ZDHYCAoW3iFP7RP71SKEqrOTJF-HaSjvjo01hWrbR3c9OJ7stpvAAcQn2uIHFTX6LC_H0R_Eb2zS_IdLO2osX4ZKJCnlk-u9WjksecKTGQjJ93xtqssu3oGExPplSATkPlBQBcuo/s1600/JONAS002.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="540" data-original-width="747" height="462" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEju5O7ZDHYCAoW3iFP7RP71SKEqrOTJF-HaSjvjo01hWrbR3c9OJ7stpvAAcQn2uIHFTX6LC_H0R_Eb2zS_IdLO2osX4ZKJCnlk-u9WjksecKTGQjJ93xtqssu3oGExPplSATkPlBQBcuo/s640/JONAS002.JPG" width="640" /></a></span></div>
<br />
<span style="font-size: large;"><img src="blob:https://www.blogger.com/a81c307d-b488-4404-8970-3d1d9bd356ab" /><span style="text-indent: 35.45pt;">L’avventura umana della fuga lontano da Dio riveste molteplici forme: esistono varie navi, diverse vie. Ma tutte queste forme sono quasi sempre della stessa ingenuità infantile, un gioco improvvisato. E sempre si finisce per cozzare contro gli stessi limiti invalicabili della natura, anche se non tutti osano spingere la propria fuga fino all’estremo. Ogni evasione è seguita dall’illusione di aver raggiunto l’estremo. Perciò il ventre del mostro, termine rivelatore, profondità palpabile dell’abisso, non è mai la fine necessaria della fuga. Resta solamente un «segno».</span></span></div>
<div class="MsoNoSpacingCxSpMiddle" style="font-family: "Times New Roman", serif; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-size: large;">Nella memoria della Chiesa il «segno» di Giona evoca l’evento del Sabato santo. Il «segno» prefigura il Cristo che ha seguito l’uomo fino ai limiti ultimi della sua fuga. È arrivato fino alle più estreme profondità dell’allontanamento umano da Dio per riannodare alla vita divina i recessi più abissali della rivolta umana. Tre giorni e tre notti nel cuore degli inferi, come Giona — in un tempo trinitario, cioè sempre presente e adimensionale — ai limiti supremi dell’abbandono di se stesso. (...)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacingCxSpLast" style="font-family: "Times New Roman", serif; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-size: large;">É così che Giona diventa l’archetipo della nostra fuga ma anche della nostra salvezza. «Questa generazione chiede un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona» (Lc 11,29). Un Dio inavvicinabile nelle altezze della sua magnificenza è una grandezza indifferente all’uomo che sperimenta le profondità degli inferi. Per quanto grande fosse la sua apparizione, per quanto oggettivo il segno che imponesse l’accettazione o la sottomissione, sarebbe impossibile trattenere la fuga dell’uomo. Per questo, benché sovente il pretesto della nostra fuga sia il silenzio di Dio, non ci sarà dato un «segno» del genere. Perché l’uomo riconosca la divinità di Dio ha bisogno di palparla commensurabile al proprio abisso. É in questa dimensione, dimensione di morte e misura delle profondità degli inferi, che si rivela la dismisura dell’amore divino. Un Dio coperto di ferite, vincitore e onnipotente, conforme a Giona, sulle tracce del suo fuggire, trasforma la fuga in un incontro di comunione. I limiti invalicabili della natura sono aboliti dall’amore adimensionale. Dio e l’abisso dell’uomo diventano un solo corpo, Giona diviene uno con il ventre del mostro. Salvatore è questo «segno».</span><span style="font-size: 13pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpFirst" style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 24px; margin: 6pt 0cm 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
Ch. Yannaras, Le signe de Jonas, pp. 194-196.<o:p></o:p></div>
Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-46093626971251039452017-06-12T00:07:00.000-07:002017-06-12T00:26:22.969-07:00Avventura nella Provvidenza Divina<span style="font-size: x-large;">Retiro predicato alle Figlie della Divina Provvidenza, della comunità di Via Galvani, Testaccio, Roma, dal 05-10 di giugno 2017.</span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcTG1_s3x1mGMWS2eEpAIle6fnBt-Vg4b9mLcYgTEcCrP9HWJVDN7CeZavIWkKWWI1YdYTENUsMnBdB07R2Wv9pGsxrP4AlcKLIuJfAJOkJ_GFwMxrmPxCyvw0PAXQib6ArCtvt9Exs_Y/s1600/IMG_0934b.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="632" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcTG1_s3x1mGMWS2eEpAIle6fnBt-Vg4b9mLcYgTEcCrP9HWJVDN7CeZavIWkKWWI1YdYTENUsMnBdB07R2Wv9pGsxrP4AlcKLIuJfAJOkJ_GFwMxrmPxCyvw0PAXQib6ArCtvt9Exs_Y/s640/IMG_0934b.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Protezione de Raffaele (Acquarello 1x1mt, Curitiba, Proprietà privata). </td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-size: x-large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">La prima conferenza era la omelia della messa al mattino, accompagnato da San Raffaele nelle avventure di Tobit e Tobia, suo figlio. Nel pomeriggio una seconda conferenza sul tema del vangelo del giorno.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">0<a href="https://drive.google.com/open?id=0B55JQ4znbk_YRzc0MTRFVlhEWWM" target="_blank">1. Introduzione e primi passi dell'avventura di Tobia.</a></span><span style="font-size: large;"><a href="https://drive.google.com/open?id=0B55JQ4znbk_YRzc0MTRFVlhEWWM" target="_blank"><br /></a><a href="https://drive.google.com/open?id=0B55JQ4znbk_YRmZqbzBiNERlcm8" target="_blank">02. La Vigna e i vignaioli</a></span><br />
<span style="font-size: large;"><a href="https://drive.google.com/open?id=0B55JQ4znbk_Yb1JRc3BnTVlrZmc" target="_blank">03. L'incidente dell'uomo pio e osservante</a></span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQqtKpGTnRZ1depnJg9-KQFVwY-qC7Jq8L3-_kaZO3vJ-IgTy614fsFImrLpTvZqSKnNEMC8yyVclFHqqI0Q0CPEmtmjbdHU7i-qzQINevSmMqgLwDuvaSvIuCm0KIGwOEUe9Kxhr5gXw/s1600/P1060616.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQqtKpGTnRZ1depnJg9-KQFVwY-qC7Jq8L3-_kaZO3vJ-IgTy614fsFImrLpTvZqSKnNEMC8yyVclFHqqI0Q0CPEmtmjbdHU7i-qzQINevSmMqgLwDuvaSvIuCm0KIGwOEUe9Kxhr5gXw/s640/P1060616.JPG" width="640" /></a></div>
<a href="https://drive.google.com/open?id=0B55JQ4znbk_YSWQwdzNDY25maVk" target="_blank"><span style="font-size: large;">04. la moneta nella mano di Gesù</span></a><br />
<a href="https://drive.google.com/open?id=0B55JQ4znbk_YV0d0SVZmSk5DQVU" target="_blank"><span style="font-size: large;">05. La preghiera di colui che soffre e vuole morire</span></a><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOLtAFFu0b2PasozF9lm1yJ_ie-rKy9SZ0_mUrDGKe7tnbMcPC1RxL4hB6t2OB05KDsf_ES-IKJqpkhJqtWVNwCk6lPb8g0YUEppmwcOuBo1P5vN0n8Vrbz57pT905FzB4qjGm5mkAbnk/s1600/RUB_8505b.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="424" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOLtAFFu0b2PasozF9lm1yJ_ie-rKy9SZ0_mUrDGKe7tnbMcPC1RxL4hB6t2OB05KDsf_ES-IKJqpkhJqtWVNwCk6lPb8g0YUEppmwcOuBo1P5vN0n8Vrbz57pT905FzB4qjGm5mkAbnk/s640/RUB_8505b.jpg" width="640" /></a></div>
<a href="https://drive.google.com/open?id=0B55JQ4znbk_YNk9EdzFHWmc0YmM" target="_blank"><span style="font-size: large;">06. La Scuola di preghiera dei salmi</span></a><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi62RKBmUO-T4HeAEVrrXSsnLLM5r_mVuPW4-KL0VdkUM0FT8OYu4LxX9FBm5hk0GtuPQTgY-JKTRFjCtyR7SWlfEKAKlB0ErjxmCnNcxKcVrLb0MIoP7bYWfDvwksekSqzAVezNtAG4L4/s1600/RUB_8504b.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="425" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi62RKBmUO-T4HeAEVrrXSsnLLM5r_mVuPW4-KL0VdkUM0FT8OYu4LxX9FBm5hk0GtuPQTgY-JKTRFjCtyR7SWlfEKAKlB0ErjxmCnNcxKcVrLb0MIoP7bYWfDvwksekSqzAVezNtAG4L4/s640/RUB_8504b.jpg" width="640" /></a></div>
<a href="https://drive.google.com/open?id=0B55JQ4znbk_YdFk4b3I0Nl9UWjg" target="_blank"><span style="font-size: large;">07. Gli effetti immediati della preghiera</span></a><br />
<span style="font-size: large;"><a href="https://drive.google.com/open?id=0B55JQ4znbk_YVFNGZEQ1Z3NLYUE" target="_blank">08. Il comandamento e il segreto dell'amore</a></span><br />
<br />
<a href="https://drive.google.com/open?id=0B55JQ4znbk_YMDJkMWlHVjdXZkU" target="_blank"><span style="font-size: large;">09. I sacrifici e l'anastasis</span></a><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhGPjwGQ901y4oSTJEfsj_RvdvEeea96Yw6tkSozVaPOIsHL21rs1HmL8mKGktQGj3F1wz1TjyQupJ0_pI23pSiORAK2XAz1BMuug6_84bYVdf-iIeBRakVqT2GIGUKskOaozZSEO20_E/s1600/IMG_0657.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhGPjwGQ901y4oSTJEfsj_RvdvEeea96Yw6tkSozVaPOIsHL21rs1HmL8mKGktQGj3F1wz1TjyQupJ0_pI23pSiORAK2XAz1BMuug6_84bYVdf-iIeBRakVqT2GIGUKskOaozZSEO20_E/s640/IMG_0657.JPG" width="480" /></a></div>
<a href="https://drive.google.com/open?id=0B55JQ4znbk_Yc1V5WW5qNkFHY3M" target="_blank"><span style="font-size: large;">10. Gesù e il salmo 109</span></a><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCygu3Bcf8Kgo6Eq9O2K2wcFT5Qe-Tpak79QJFPNIGS3UeC7RfE4FQEupytPKwH2OSOrzrRcwa1HAXAMUxkMGItYZ60zR_XUdwlfR5d7-FqgoNMAA2PEQi7P5CxiUodLmH9s2eahNTKRY/s1600/P1060615.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCygu3Bcf8Kgo6Eq9O2K2wcFT5Qe-Tpak79QJFPNIGS3UeC7RfE4FQEupytPKwH2OSOrzrRcwa1HAXAMUxkMGItYZ60zR_XUdwlfR5d7-FqgoNMAA2PEQi7P5CxiUodLmH9s2eahNTKRY/s640/P1060615.JPG" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><a href="https://drive.google.com/open?id=0B55JQ4znbk_YUWFqWG1zNmtIblE" target="_blank">11. Raffaele rivela il senso</a></span><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge78qRglQ0lLdddtHFY8rae-ogUDpbFuIoh4Mpe02zDVhiP8l9ea1NJmotArXJrkJl2uW0JEF3-PudTYCN__R6UXfpaeQmSKWe_pghDCQoEexLruQmpz8RQ30jmfpkuPhdYfw1fdEcTGg/s1600/RUB_8506b.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="352" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge78qRglQ0lLdddtHFY8rae-ogUDpbFuIoh4Mpe02zDVhiP8l9ea1NJmotArXJrkJl2uW0JEF3-PudTYCN__R6UXfpaeQmSKWe_pghDCQoEexLruQmpz8RQ30jmfpkuPhdYfw1fdEcTGg/s640/RUB_8506b.jpg" width="640" /></a>Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-8715103585342937372016-03-12T23:48:00.000-08:002016-03-12T23:48:19.542-08:00Quinta Domenica di Quaresima: L'Adultera<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; font-size: 10px; line-height: normal; margin-bottom: 10px; text-align: right;">
<b>Is 43,16-21 Sal 125 Fil 3,8-14 Gv 8,1-11</b></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal; margin-bottom: 5px; text-indent: 14.2px;">
<span style="font-size: x-large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_jG7T9k6UNUlRjiybSnPCwKIyWolNYHCoM4aZ7C2GOMcxLbFJkScw_qfl3LBDopxAZoaLREawWg52EngvnYBq1l1bC-EbrTIbD3R1B0knDSaZ67xei42iOLDbO94UO0pjRQsLvcvi-J0/s1600/CartAnselm+LIPA1996-85edt2.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="470" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_jG7T9k6UNUlRjiybSnPCwKIyWolNYHCoM4aZ7C2GOMcxLbFJkScw_qfl3LBDopxAZoaLREawWg52EngvnYBq1l1bC-EbrTIbD3R1B0knDSaZ67xei42iOLDbO94UO0pjRQsLvcvi-J0/s640/CartAnselm+LIPA1996-85edt2.jpg" width="640" /></a></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal; margin-bottom: 5px; text-indent: 14.2px;">
<span style="font-size: x-large;">La liturgia di oggi ci mette di fronte al Signore Gesù come nostro difensore, nostro rifugio, nostro conforto: «Rimase solo Gesù con la donna là nel mezzo» (Gv 8,9). Ed è proprio là - appunto nel mezzo che ognuno di noi oggi è chiamato a sostare, lasciandosi guardare e giudicare, lasciando che ciascuno prenda la sua decisione su di noi e persino contro di noi: «scagli per primo la pietra contro di lei» (v. 7).</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQUpLgILUsOx7gURzudKF0jEqw7oyxK9y3rLxKmPiezhPy-jFPIhnC7TFgF2y4PXpUocv5bszK95Ajh3n8qAiAGkmsX6JKhnhRrJlsXnEGOyyGt2jLqNYqrvaJ8Jg4-CJzwUUY60YQjUk/s1600/CartAnselm+LIPA1996-42+Adultedt2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQUpLgILUsOx7gURzudKF0jEqw7oyxK9y3rLxKmPiezhPy-jFPIhnC7TFgF2y4PXpUocv5bszK95Ajh3n8qAiAGkmsX6JKhnhRrJlsXnEGOyyGt2jLqNYqrvaJ8Jg4-CJzwUUY60YQjUk/s640/CartAnselm+LIPA1996-42+Adultedt2.jpg" width="486" /></a></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal; margin-bottom: 5px; text-indent: 14.2px;">
<span style="font-size: x-large;">Il quadro del testo evangelico è molto semplice: una donna, degli uomini che l'accusano e sono pronti a ucciderla per adempiere la legge; l'uomo Gesù, che loro vogliono condannare assieme e a causa di questa donna quasi fosse lui il complice che la legge prevede sia pure punito.</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal; margin-bottom: 5px; text-indent: 14.2px;">
<span style="font-size: x-large;">Il Signore Gesù si lascia interpellare non come un rabbì e neanche come un giudice, ma, secondo il suo modo di fare aperto, leale, assolutamente trasparente, «postala nel mezzo» (Gv 8,3), si lascia toccare da questa donna che giace lì, davanti ai suoi occhi, in attesa che egli punti il dito contro di lei, e invece «si mise a scrivere col dito per terra» (v. 6). Forse Gesù scriveva: «Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche…» (Is 43,18). O forse non scriveva nulla, ma lasciava a ciascuno la possibilità di leggere nel proprio cuore tutto quello che si sarebbe potuto scrivere contro i suoi inganni, le sue ombre, le sue paure...<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUqe-GwrbZlP-Gq8ehXbYOnG-SC4l7SbAtisu3xxDR047KrbA0zPqzcFI9Cp3obhnTHfq1ibslJhb6UcK6UszO5xvM_mjWZ0TyPrFpgpqHFG6IBMMLsWF56YPs3LjDLVCIArZ84NsKMBQ/s1600/CartAnselm+LIPA1996-44edt2.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUqe-GwrbZlP-Gq8ehXbYOnG-SC4l7SbAtisu3xxDR047KrbA0zPqzcFI9Cp3obhnTHfq1ibslJhb6UcK6UszO5xvM_mjWZ0TyPrFpgpqHFG6IBMMLsWF56YPs3LjDLVCIArZ84NsKMBQ/s640/CartAnselm+LIPA1996-44edt2.jpg" width="640" /></a></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal; margin-bottom: 5px; text-indent: 14.2px;">
<span style="font-size: x-large;">Il Signore Gesù non si muove dal suo posto e, invece di interessarsi alla donna puntando il dito contro di lei, si rivolge ai suoi accusatori toccando loro il cuore: «Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei» (Gv 8,7). Questa parola cambia tutto. La Scrittura senza la Parola uccide. Gesù dà Parola alla Scrittura e tutto cambia e la Scrittura invece di essere «eseguita» viene «compiuta», come più tardi avverrà sul Golgota, dove Gesù sarà crocifisso esattamente e proprio «nel mezzo» (Gv 19,18). Ormai si può fondare tutto non sulla giustizia «derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede» (Fil 3,9).</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal; margin-bottom: 5px; text-indent: 14.2px;">
<span style="font-size: x-large;">In quella donna svergognata e spogliata di tutta la sua dignità Gesù vede l'umanità, vede ciascuno di noi nella propria fragilità e aiuta quegli uomini a specchiarsi non nella legge - di cui sono garanti - ma in quella donna, la cui debolezza è anche la loro, è anche la mia. Chissà se Gesù si sarà ricordato di sua Madre e del pericolo che aveva corso? Chissà se si è ricordato di ciò che suo padre - Giuseppe - aveva fatto a suo tempo...?</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal; margin-bottom: 5px; text-indent: 14.2px;">
<span style="font-size: x-large;">In ogni modo ciò che cambia il destino di ciascuno di noi è la presenza di Gesù «in mezzo a noi». Se egli non ci fosse stato, quella donna sarebbe morta e quegli uomini non sarebbero cresciuti. La presenza di Gesù cambia il nostro modo di guardare verso l'altro, perché ci aiuta a cominciare e a ricominciare sempre a guardare l'altro partendo da noi stessi: dai nostri bisogni, dalle nostre fragilità, sentendo ogni creatura come parte di noi stessi: «Mi glorificheranno le bestie selvatiche, sciacalli e struzzi, perché avrò fornito acqua al deserto» (Is 43,20).</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9Dly5HIa1QEvBZp9n_fTP4M4qeHduEQj_ZzEkWyaTaBguOFRhtq1ZN3UnKZG6JcQSKF_n82PNDJVH7doMiQgyzeNLHn74R4UYWn5XKpN-x7AMQhUEve9J_LkgCwKOv1GL4cNFqpu6hRU/s1600/CartAnselm+LIPA1996-58edt2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9Dly5HIa1QEvBZp9n_fTP4M4qeHduEQj_ZzEkWyaTaBguOFRhtq1ZN3UnKZG6JcQSKF_n82PNDJVH7doMiQgyzeNLHn74R4UYWn5XKpN-x7AMQhUEve9J_LkgCwKOv1GL4cNFqpu6hRU/s640/CartAnselm+LIPA1996-58edt2.jpg" width="475" /></a></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal; margin-bottom: 5px; text-indent: 14.2px;">
<span style="font-size: x-large;"></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal; margin-bottom: 5px; text-indent: 14.2px;">
<span style="font-size: x-large;">Abbiamo bisogno ogni giorno di ritrovarci soli con Gesù non per essere assolti dal nostro peccato con un colpo di spugna, ma per essere rilanciati verso la vita: «va'» (Gv 8,11). Questo invito ad andare è ciò che ci ridona la possibilità di dare un nuovo volto alla nostra vita anche se possiamo dire: «non ritengo di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro corro... » (Fil 3,13-14). Ogni giorno potremo ormai dire: «Signore, se non ci fossi stato tu, che fine avrei fatto?», ma egli ci risponde «io sono con te sempre» (Sai 72,26). Anzi, è sempre con noi per evitarci non solo di essere lapidati ma, ancor più, di essere conquistati dalla follia di passare tutta la vita con una pietra in mano, in cui tanto miseramente si rispecchia niente altro che il nostro cuore di pietra e non ancora di carne (cf. Ger 31).</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal; margin-bottom: 5px; text-indent: 14.2px;">
<span style="font-size: x-large;">Proprio mentre l'itinerario quaresimale si avvicina quasi a marce forzate al mistero pasquale, ciascuno di noi è chiamato a mettersi al posto giusto, a trovare e mantenere il suo posto e questa donna ce ne indica uno possibile: esattamente di fronte al Signore Gesù che ha il coraggio di porle una domanda su se stessa: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?» (Gv 8,10). La risposta la conosciamo tutti, ma la domanda è ancora più importante. Una domanda, anzi due domande, che nessuno sarà in grado di porre al Signore Gesù nell'ora del «più grande amore» (Gv 15,13), quando la «giustizia» fece il suo iniquo corso.</span></div>
<br />
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; font-size: 14px; line-height: normal; margin-bottom: 5px; text-indent: 14.2px;">
Semeraro, Micheldavide, <i>Con Gesù in compagnia di Luca, La Parola festiva nell’Anno C</i>, EDB Bologna 2006, 47-48.</div>
Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-59979681588903196402015-09-17T06:23:00.003-07:002016-03-23T03:27:29.583-07:00Il comando della speranza<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/AHXSBkBY-EU3PZOEDQVhQuiE5R80Il2ftxEs1JaWG_Kn6coeZoxNinuDcLZbIQqU422KaoMbxsfP9wUNVgdoLxYFTaoU-bYmir3CYu1Eog2LMKOU8U0XH_l6O9DHn7ArJOMz5KJR9PYYfF35HGKMR8qmfh5BF6aN-liG-1c3D7Ir3xJrh8y37CpQFSXjNraqfNSoBC_RGlr5fGFXSuHp9oBoAY2vTLD9rxEQRYtgY77FciT1PRziFAIl4A06yFsIH4IfUnhkizwM1gGWYagWGdKfspztx8RZRGeOxPpk0u-YEOvmckRpvM2h5kM-J4NWWaP4RThZZAd-nQ1qvN1LN5_Ao7qyoUCLYB3ROOAeO0L4ov6b_pBTxU9lHyizgKcbAvkkAmzL05CrYf5GdYwGgGBaNuN4ZPJP9mMjXZLeWSmj0XI6M3kPtFX6gHCdRe0kFyZihX3D5Wiu9JnHIS8N7oSnnwUfk3Xt3emxg1WBp7VESI0xUgCVV0oQVf4CiYu8GpC_UqQJ-obd0Y71Xvuqv6XbYTcJ4DNuqtOAvBARbaK8=w1974-h1480-no" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="480" src="https://2.bp.blogspot.com/AHXSBkBY-EU3PZOEDQVhQuiE5R80Il2ftxEs1JaWG_Kn6coeZoxNinuDcLZbIQqU422KaoMbxsfP9wUNVgdoLxYFTaoU-bYmir3CYu1Eog2LMKOU8U0XH_l6O9DHn7ArJOMz5KJR9PYYfF35HGKMR8qmfh5BF6aN-liG-1c3D7Ir3xJrh8y37CpQFSXjNraqfNSoBC_RGlr5fGFXSuHp9oBoAY2vTLD9rxEQRYtgY77FciT1PRziFAIl4A06yFsIH4IfUnhkizwM1gGWYagWGdKfspztx8RZRGeOxPpk0u-YEOvmckRpvM2h5kM-J4NWWaP4RThZZAd-nQ1qvN1LN5_Ao7qyoUCLYB3ROOAeO0L4ov6b_pBTxU9lHyizgKcbAvkkAmzL05CrYf5GdYwGgGBaNuN4ZPJP9mMjXZLeWSmj0XI6M3kPtFX6gHCdRe0kFyZihX3D5Wiu9JnHIS8N7oSnnwUfk3Xt3emxg1WBp7VESI0xUgCVV0oQVf4CiYu8GpC_UqQJ-obd0Y71Xvuqv6XbYTcJ4DNuqtOAvBARbaK8=w1974-h1480-no" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mosaico romano, s. III, Musei Vaticani, Vaticano.</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-size: x-large;">Gli uomini vengono chiamati ad una speranza duratura. La vera speranza non si fonda sul fluttuare dei nostri sentimenti e nemmeno sul successo della nostra vita. La vera speranza, cioè quella permanente e fondante, ha la sua base nell’appello e nel comando di Dio. Noi siamo chiamati alla speranza! Essa è un comando, un comando di resistere contro la morte, È un appello, l'appello alla vita di Dio.</span><br />
<br />
<span style="font-size: x-large;">La speranza permanente non ce la portiamo dietro dalla nascita, né l'acquisiamo dall'esperienza, e quindi dovremo apprenderla. Noi impariamo a sperare quando seguiamo l'appello. Impariamo a sperare nelle esperienze del nostro vivere. Impariamo a conoscere la sua verità quando veniamo costretti ad affermarci contro la disperazione. Impariamo la sua forza quando vediamo che essa ci mantiene in vita in mezzo alla morte. </span><br />
<br />
<span style="font-size: x-large;">Ma si dà una vocazione alla speranza? Si può essere comandati a sperare? La speranza è un obbligo? Ciò suonerà strano per tutti coloro che considerano la speranza come un affezione del cuore o un’esuberanza giovanile. E anche per quelli che hanno riposto la speranza nell’esperienza o nelle previsioni di una storia.</span><br />
<br />
<span style="font-size: x-large;">Ciò che personalmente io ho imparato dall'esperienza, fatta con la speranza, è che la speranza è più di un sentimento, più di un'esperienza. La speranza è anche più di una previsione. La speranza è un comando. E seguirlo significa vivere, sopravvivere, perseverare, mantenersi in vita finché la morte non sia inghiottita nella vittoria. Obbedire a tale comando significa: non essere mai rassegnati, né concedere mai rabbiosamente spazio alla distruzione.</span><br />
<br />
<span style="font-size: x-large;">Crisostomo, un Padre della Chiesa, diceva: «Ciò che ci porta alla sventura non sono tanto i nostri peccati quanto la disperazione». Oggi diremmo: la frustrazione. Il comando della speranza è invece la forza, la forza di tutti i comandamenti che ci mantengono in vita e ci portano alla libertà. Questo imperativo suona: «Io vivo ed anche voi dovete vivere» (Gv 14,19), «Chi persevererà fino alla fine sarà salvo» (Mc 13,13). (...) </span><br />
<br />
<span style="font-size: x-large;">«Chiamati alla speranza» è una locuzione biblica. Sta ad esprimere la vita della comunità di speranza del Nuovo Testamento. Chi crede sa di essere rigenerato ad una speranza vitale. Per mezzo della risurrezione di Cristo dai morti gli è stato dischiuso un futuro incomparabile, perché non destinato a scomparire. Il regno della libertà e della pace di Dio, per il rinnovamento del cielo e della terra, si pone come una realtà indistruttibile e certa. Chi crede è disposto «a render conto a ciascuno della speranza che è in noi» (1 Pt 3,15): sia di fronte ai giudici che condannano alla prigionia, come di fronte alle masse prigioniere. Dalla speranza di Cristo viene generato il nuovo popolo di Dio, costituito di ebrei e pagani, servi e padroni, uomini e donne, umanità e creazione.</span><br />
<br />
<span style="font-size: x-large;">In effetti, la Bibbia dell'Antico e Nuovo Testamento" è il libro delle promesse di Dio e speranze degli uomini.</span><br />
<div style="text-align: right;">
<span style="font-size: large;">J. Moltmann, Esperienze di Dio, 31-34.</span></div>
Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-83974223502544611282015-05-23T00:12:00.000-07:002015-05-23T00:12:38.985-07:00Dio è Dio perché non ha nulla<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA2UNcRys-RSx0FJZ3DRoDTgckFX2nDldUhlEIXgZHcXL1XKnQgqKNWJB8KAKg3YshcHsQGkC8eB-SPS2MVMHyBGSt_VmZikEiiYMMw7Eydw5UGdylUNy87zTzl-Y9HBRxBjnKTSuRORY/s1600/hb_2007.189.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA2UNcRys-RSx0FJZ3DRoDTgckFX2nDldUhlEIXgZHcXL1XKnQgqKNWJB8KAKg3YshcHsQGkC8eB-SPS2MVMHyBGSt_VmZikEiiYMMw7Eydw5UGdylUNy87zTzl-Y9HBRxBjnKTSuRORY/s1600/hb_2007.189.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sec. XIII, Metropolitan Museum of Art, NY.</td></tr>
</tbody></table>
<div align="center" class="MsoNormal">
<span class="MsoFootnoteReference"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: x-large;">«La vera felicità, la felicità della persona, la felicità dello spirito, insomma tutte le felicità che hanno origine nell’intelligenza e nel cuore, sono beni che non possono essere posseduti. Quando si vuol possedere la verità, la si perde. Quando si vuole farne un monopolio, la si limita in una caricatura, quando si vuol possedere l’amore, gli si diventa estranei... Questa felicità esiste solo circolando, comunicandosi in una disappropriazione continua.<br /><br />La vita divina che è Trinità è impossedibile. Dio è per eccellenza l’impossedente e l’impossedibile, l’antipossessione come l’antinarciso. Egli è Dio proprio a ragione di questo spossessamento...<br /><br />La più elevata espressione del cristianesimo è la scoperta della Povertà. E’ l’intuizione profonda, viva, irradiante della Povertà di Dio... Il Padre non ha nulla, non è che uno sguardo verso il Figlio. Il Figlio non ha nulla, non è che uno sguardo verso il Padre. Lo Spirito Santo non ha nulla, non è che un’aspirazione verso il Padre e il Figlio. Dio è povero, Dio non ha nulla, Dio è Dio perché non ha nulla...»</span><span style="font-family: 'Bembo Std', serif; font-size: 14pt;"><a href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6246579380669573826#_ftn1" name="_ftnref1" style="font-family: 'Bembo Std', serif; font-size: 14pt;" title="">[1]</a></span></span></span><span style="font-family: 'Bembo Std', serif; font-size: 14pt;">.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<!--[if gte mso 9]><xml>
<o:DocumentProperties>
<o:Revision>0</o:Revision>
<o:TotalTime>0</o:TotalTime>
<o:Pages>1</o:Pages>
<o:Words>165</o:Words>
<o:Characters>941</o:Characters>
<o:Company>null</o:Company>
<o:Lines>7</o:Lines>
<o:Paragraphs>2</o:Paragraphs>
<o:CharactersWithSpaces>1104</o:CharactersWithSpaces>
<o:Version>14.0</o:Version>
</o:DocumentProperties>
<o:OfficeDocumentSettings>
<o:AllowPNG/>
</o:OfficeDocumentSettings>
</xml><![endif]-->
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:TrackMoves/>
<w:TrackFormatting/>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:DoNotPromoteQF/>
<w:LidThemeOther>IT</w:LidThemeOther>
<w:LidThemeAsian>JA</w:LidThemeAsian>
<w:LidThemeComplexScript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
<w:SplitPgBreakAndParaMark/>
<w:EnableOpenTypeKerning/>
<w:DontFlipMirrorIndents/>
<w:OverrideTableStyleHps/>
</w:Compatibility>
<m:mathPr>
<m:mathFont m:val="Cambria Math"/>
<m:brkBin m:val="before"/>
<m:brkBinSub m:val="--"/>
<m:smallFrac m:val="off"/>
<m:dispDef/>
<m:lMargin m:val="0"/>
<m:rMargin m:val="0"/>
<m:defJc m:val="centerGroup"/>
<m:wrapIndent m:val="1440"/>
<m:intLim m:val="subSup"/>
<m:naryLim m:val="undOvr"/>
</m:mathPr></w:WordDocument>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" DefUnhideWhenUsed="true"
DefSemiHidden="true" DefQFormat="false" DefPriority="99"
LatentStyleCount="276">
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Normal"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="heading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="35" QFormat="true" Name="caption"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" Name="footnote reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="10" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" Name="Default Paragraph Font"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="11" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtitle"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="22" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Strong"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="20" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="59" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Table Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Placeholder Text"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="No Spacing"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Revision"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="34" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="List Paragraph"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="29" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="30" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="19" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="21" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="31" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="32" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="33" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Book Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="37" Name="Bibliography"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" QFormat="true" Name="TOC Heading"/>
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]-->
<!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Table Normal";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";}
</style>
<![endif]-->
<!--StartFragment-->
<!--EndFragment--><br />
<div style="mso-element: footnote-list;">
<!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<div id="ftn1" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoNormal">
<a href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6246579380669573826#_ftnref1" name="_ftn1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10.0pt;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span style="font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: FR;"> <span lang="FR">M. Zundel, À<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> l’écoute du silence</i>, Téqui, Paris 1979,
pp. 66 e 101-103; citato in <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Bible
Chrétienne</i> II, 216.<o:p></o:p></span></span></div>
</div>
</div>
Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-63574339844147380922014-12-22T01:11:00.000-08:002016-03-23T03:28:15.269-07:0022 Dicembre Il Magnificat: un discorso su Dio<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuEtYkIabsW7JyUAoMOPlQfU8XeZ7d9ZLUhk2nNFwoYCGof5AIoatTXDAr9emcn8SIVwWnQeQGetQNU1k_cxlenlKlf-qgIVIT2eRb7uQNQXVfcvMIz1sX-Ziykn97wrsEr9sseYi_vik/s1600/SemMarianoCtba+1998-023edt.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuEtYkIabsW7JyUAoMOPlQfU8XeZ7d9ZLUhk2nNFwoYCGof5AIoatTXDAr9emcn8SIVwWnQeQGetQNU1k_cxlenlKlf-qgIVIT2eRb7uQNQXVfcvMIz1sX-Ziykn97wrsEr9sseYi_vik/s1600/SemMarianoCtba+1998-023edt.jpg" width="480" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Virgem del Magnificat, tempera sul legno, Cappella Seminario Padri Mariani, Curitiba, Pr, Brasile. 1998.</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-size: x-large;">Il Magnificat fa emergere la portata e il significato dell’Annunciazione a partire da tre diverse situazioni umane: quella religiosa, quella socio-politica e quella etnica, ciascuna delle quali non basterebbe da sola a interpretare l’evento. Il congiungimento di tre linguaggi distinti tende precisamente a penetrare più a fondo nel mistero. Ciascuno dei tre approcci presenta vantaggi e limiti. Il figlio che Maria porta in grembo è la risposta di Dio alle aspirazioni religiose di «quelli che lo temono», alle aspirazioni socio-politiche dei deboli e dei bisognosi e a quelle nazionali del popolo giudaico. Tuttavia, pur rispondendo a tutte queste aspirazioni, va oltre le loro aspettative.</span><br />
<span style="font-size: x-large;"><br /></span>
<span style="font-size: x-large;">Agli occhi dell’evangelista Luca, è molto significativo che la madre del Salvatore sia stata scelta tra le figlie d’Israele, che appartenga alla stirpe di Abramo e dei patriarchi, anche se è vero che la salvezza alla quale credono i cristiani non è più questione di carne e di sangue. Occorreva tuttavia che la salvezza universale venisse da Israele, affinché fosse resa manifesta la fedeltà di Dio alle sue promesse e la continuità che fa della Chiesa l’erede di Israele.</span><br />
<span style="font-size: x-large;"><br /></span>
<span style="font-size: x-large;">È anche significativo che la madre del Salvatore sia stata scelta all’interno del gruppo religioso dei timorati di Dio i quali vogliono essere interamente al suo servizio, anche se è vero che la salvezza annunciata dall’evangelo non è riservata alle persone che si distinguono per la loro religiosità: più di ogni altro l’evangelista Luca insisterà sull’amore di Dio per i peccatori, i quali sono tutti chiamati alla conversione.</span><br />
<span style="font-size: x-large;"><br /></span>
<span style="font-size: x-large;">Non è infine meno significativo che la madre del Salvatore sia stata scelta nella classe sociale più umile, quella dei piccoli, dei deboli, dei poveri, diventando così la prima testimone di una salvezza la cui buona novella è direttamente destinata ai poveri. E questo non vuole affatto dimostrare l’idea che la salvezza portata al mondo da Cristo sia riservata a una classe sociale, ma rivela piuttosto l’atteggiamento di un Dio che non accetta l’ingiustizia sulla quale sono fondate le società umane, in cui la legge del più forte è sempre la migliore, e le preferenze di un Dio che privilegia proprio quelli che la società degli uomini disprezza e rigetta: nel regno di questo Dio i primi di questo mondo saranno gli ultimi e gli ultimi i primi. (...)</span><br />
<span style="font-size: x-large;"><br /></span>
<span style="font-size: x-large;">Il Dio di cui il Magnifrat celebra la santità, la misericordia e la forza è certamente il Dio che «i timorati di Dio» servono, tuttavia il seguito del vangelo ci fa sapere senza indugio che la sua sollecitudine si volge in modo particolare a quelli che si sono allontanati. A questi chiede di tornare a lui per poter perdonare loro tutto.</span><br />
<span style="font-size: x-large;"><br /></span>
<span style="font-size: x-large;">Il Dio celebrato dal Magnificat è e resta il Dio di Israele, il Dio che ha chiamato Abramo e le cui promesse in favore della sua discendenza non possono venir meno. Tuttavia è anche il Dio che ha voluto che tutti gli uomini possano beneficiare della salvezza accordata al suo popolo, indipendentemente dalla loro origine etnica.</span><br />
<span style="font-size: x-large;"><br /></span>
<span style="font-size: x-large;">La salvezza, infine, che Dio vuole assicurare a tutti gli uomini non prescinde dalle situazioni concrete della loro esistenza, ma comporta in modo essenziale un capovolgimento delle situazioni di ingiustizia che gravano sui deboli e i bisognosi. Il Dio del Magnificat si schiera risolutamente dalla parte dei poveri e dei privi di potere.</span><br />
<span style="font-size: x-large;"><br /></span>
<span style="font-size: x-large;">Il Magnificat non definisce Dio, ma ne parla solo in funzione dei diversi aspetti dell’intervento salvifico iniziato con l’Annunciazione. E di questo evento Luca ci presenta Maria quale prima testimone.</span><br />
<br />
(J. Dupont, <i>Le Magnificat comme discours sur Dieu</i>, 338-342.)Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-79502871052910399632013-12-23T00:06:00.000-08:002013-12-23T00:06:10.929-08:0023 Dicembre La nascita del nuovo Elia<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://www.centroaletti.com/foto/foto_opere/serbia/52_smederevo/03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://www.centroaletti.com/foto/foto_opere/serbia/52_smederevo/03.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">San Giovanni Battista, Centro Aletti, Serbia.</td></tr>
</tbody></table>
Dio fa sorgere Giovanni Battista, come il nuovo ed ultimo Elia, colui nel quale si compie e si esaurisce la lunga discendenza del profetismo. Tutto il profetismo, infatti, non era che preparazione alla venuta di Dio. Ora Dio visiterà il suo popolo «come un sole che sorge dagli abissi» (Lc 1, 78).<br /><br />E proprio quello che Zaccaria, non più incredulo come alla prima visita dell’angelo, ma illuminato dallo Spirito Santo (Lc 1, 67) e ripieno dello spirito di profezia riconoscerà in questo figlio, uscito dalla sua carne, del quale contempla con stupore la missione nello spirito: «E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo» (Lc 1, 76). In virtù dello sguardo profetico che penetra, oltre le apparenze sensibili, nel contenuto divino della storia sacra, Zaccaria vede nel bambino quel profeta per eccellenza — non soltanto profeta ma «più di un profeta» (Mt 11, 9) — che «camminerà davanti al volto di Dio» cioè che precederà il manifestarsi di Dio per «preparare le vie» di questa manifestazione «mediante la remissione dei peccati». E questa manifestazione non sarà il giudizio terribile portato su di un’umanità schiava della morte e del peccato, ma l’espressione della «tenera misericordia» che si alzerà come un’aurora dalla profondità degli abissi, come una luce insperata nel cuore delle ineluttabili tenebre. (...) La vocazione di Giovanni ci appare così esemplare di ogni vocazione, in quanto ogni vocazione è una missione. Ci appare inoltre esemplare di ogni vocazione in quanto ogni vocazione è elezione. Ciò spiega innanzitutto il carattere assolutamente gratuito della vocazione. Dio sceglie come e quando vuole, senza essere condizionato da nulla, in piena e sovrana libertà. Libertà, tuttavia, che non è arbitrio; se la libertà divina non è condizionata da nulla di esterno, essa è però l’espressione dei misteriosi consigli della sapienza e dell’amore. Questo appare eminentemente in Giovanni. Egli è scelto da Dio per una missione che Dio stesso gli destina, non in virtù di qualche merito precedente ma fin da prima che nascesse. «Egli sarà ripieno di Spirito santo fin dal seno di sua madre» dice l’angelo a Zaccaria (Lc 1, 15). La Chiesa non esiterà ad applicargli, nell’introito della sua Messa, le parole con le quali il profeta Isaia designa l’eletto per eccellenza, il servo di Jhwh: «Jhwh mi ha chiamato fin dal seno materno, fin dalle viscere di mia madre ha pronunciato il mio nome» (Is 49, 1). Anche qui Giovanni Battista appare nella successione di tutti coloro che Dio aveva eletto nel corso della storia sacra per farne i propri strumenti. Poiché l’elezione è sempre in funzione di una missione. (...)<br /><br />L’elezione appare così uno di quegli aspetti dei mores divini che si manifestano attraverso la storia sacra e che sono l’oggetto della contemplazione profetica. Come Maria ammirerà nell’incarnazione del Verbo la manifestazione della suprema potenza di Dio, così già Zaccaria ammira nell’elezione di Giovanni una meraviglia compiuta da Dio solo. Il Benedictus è quasi una profezia del Magnificat. Perciò tutto questo esordio del vangelo si svolge come una liturgia in cui i misteri si susseguono ai misteri, riempiendo di stupore gli angeli e gli uomini.<br /><br />(J. Daniélou, Giovanni Battista, testimone dell’agnello, 14-17.)<br /><br /> <br /><br /> <br /><br /> <br /><br /> <br /><br /> <br /><br /> Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-2996151241449823482013-12-20T23:27:00.001-08:002013-12-20T23:27:47.311-08:0021 Dicembre La visita di Maria a Elisabetta<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfXGYW-PIGFi4smfPmAzdzgk0d9nN_oHrjyaBBtdSVt31-YkTWsCAkt_12-szvqrsgFUdHWCa-9Zrr8oAO7iTxMVZXHdsz9pE9WQPt1EZgxETZsqjtbacEnYqx5RW8xShrNsz2lkSfRkw/s1600/visitation,+arcabas.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfXGYW-PIGFi4smfPmAzdzgk0d9nN_oHrjyaBBtdSVt31-YkTWsCAkt_12-szvqrsgFUdHWCa-9Zrr8oAO7iTxMVZXHdsz9pE9WQPt1EZgxETZsqjtbacEnYqx5RW8xShrNsz2lkSfRkw/s640/visitation,+arcabas.jpg" width="524" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Visitation, Arcabas (Jean Marie Pirot)</td></tr>
</tbody></table>
Compiendo il viaggio dalla Galilea alla Giudea, da Nazaret ad Ain-Karim, Maria non si piega a un evento della storia di questo mondo come avverrà per la sua venuta a Betlemme la notte della natività quando farà obbedienza a un editto dell’imperatore, e neppure obbedisce a un comando divino, come avverrà per la fuga in Egitto e il ritorno da quella terra in cui ogni volta un angelo del Signore informa Giuseppe in sogno sia del pericolo che minaccia il bambino, sia della morte di coloro che insidiavano la sua vita; non si conforma neppure a una prescrizione della Legge di cui adempirebbe minuziosamente le disposizioni, come ha abitudine di fare e come avverrà per la sua purificazione e la presentazione del bambino al Tempio quaranta giorni dopo la sua nascita. Tantomeno si reca da Elisabetta per verificare le parole dell’angelo, poiché la cugina la saluta chiamandola «Beata colei che ha creduto», e loda dunque la fede di colei che già ha creduto.<br /><br />Maria non si dirige verso la montagna per mancanza di fede nella profezia o per un qualche dubbio su ciò che è accaduto in precedenza, ma perché spinta dalla gioia. Questo recarsi in visita ad Elisabetta risponde semplicemente al bisogno di Maria di essere là dove è necessario un servizio; questo viaggio rivela il bisogno di Maria di poter cantare la misericordia del Signore che viene a visitarla, andando a visitare colei che a sua volta ha ricevuto la visita del Signore.<br /><br />Il tema della visita si ritrova in molte forme attorno al gesto di Maria: nel giorno dell’Annunciazione essa è stata visitata dall’angelo venuto a metterla a parte della sua elezione e a sollecitare il suo fiat. Ed Elisabetta da parte sua, come le ha rivelato allora l’angelo, è stata anch’essa visitata perché essa è al sesto mese, lei che era detta la sterile, e Dio ha posto fine alla sua vergogna. In un legame profondo con queste due visite si compie quest’altra visita di Maria verso la montagna, in una città di Giuda.<br /><br />Il tema della visita ritorna sovente nell’evangelo dell’infanzia secondo Luca: visita dell’angelo Gabriele a Zaccaria e a Maria, visita di Maria ad Elisabetta, visita dei pastori alla mangiatoia, visita di Maria e di Giuseppe al Tempio, più tardi visita di Gesù, a dodici anni, in questo stesso Tempio. Tutte queste visite presenti nell’evangelo dell’infanzia, e di cui la Visitazione non è che un esempio, non sono che un’espressione multiforme della visita di Dio.<br /><br />La visita di Dio in tutta la Scrittura indica il suo intervento, si tratti di giudizio odi salvezza. Dio visita quando giudica, e Dio visita quando salva. E Maria nel Magnificat canta la visita di Dio agli uomini, di cui essa è strumento, canta il giudizio e la salvezza: i potenti rimandati a mani vuote e i poveri esaltati, i sazi affamati e gli affamati colmati di beni, i superbi umiliati e gli umili glorificati. Questo canta Maria durante la sua visita a Elisabetta.<br /><br />La visita che essa compie a sua cugina, d’altronde, è a immagine di quella che il Verbo si prepara a fare agli uomini incarnandosi nel suo seno, perché vi è una somiglianza profonda tra ciò che avviene nel seno della vergine di Nazaret e ciò che avviene sulla via che separa Nazaret da Ain-Karim. Il Verbo di Dio, che viene a visitare gli uomini facendosi uomo, visita già i suoi in questo gesto di Maria, preoccupata di annunziare al mondo l’incarnazione. Questa visita difatti si compie a immagine dell’incarnazione; è la più grande che si muove, che viene a servire portando in se stessa colui che sta prendendo nel suo seno la forma di servo e che viene «non per essere servito, ma per servire e per dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10, 45).<br /><br />J.Goldstain, Harmoniques évangéliques, 18-20.<br /><br /> <br /><br /> Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-12855986022844182013-12-19T23:43:00.001-08:002013-12-19T23:43:53.358-08:0020 Dicembre - L’annuncio a Maria<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPZzitbmPRon4qn5fu70W_iPaHt9z7a2SouMbqwUbpSJdRHT_nYlS9zZ4AkhN-V0VBCry01b5WsdTyULNaOdeJTPBRNJeTdJ-Y0eTPG3qudxukMdOZT5RoajNoCN0BBPJpaBkZMHHMLS0/s1600/3b58af38aad7c871b887759a3605e546.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="466" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPZzitbmPRon4qn5fu70W_iPaHt9z7a2SouMbqwUbpSJdRHT_nYlS9zZ4AkhN-V0VBCry01b5WsdTyULNaOdeJTPBRNJeTdJ-Y0eTPG3qudxukMdOZT5RoajNoCN0BBPJpaBkZMHHMLS0/s640/3b58af38aad7c871b887759a3605e546.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Annunciazione, Arcabas.</td></tr>
</tbody></table>
La fede cristiana situa sempre la sua arché, il suo principio, in una apocalisse: apocalisse del Risorto in Paolo per l’espressione originaria dell’annuncio del mistero cristiano, apocalisse del battesimo al Giordano in Marco e nella prima forma letteraria assunta dai vangeli, apocalisse dell’Annunciazione in Luca. Ma l’apocalisse lucana si distingue per la sua discrezione. Tranne l’angelo, tutti gli elementi apocalittici sono scomparsi. Non ci sono più cieli aperti, nè fulmini, nè terremoti. Tutto si svolge in un villaggio di Galilea chiamato Nazaret, modesto e sconosciuto, e nell’integrità del cuore di Maria.<br /><br />L’apocalisse è divenuta rivelazione. Il suo quadro non sono più i cieli squarciati e la gloria del Signore che illumina il firmamento, ma un cuore reso dalla fede perfettamente ricettivo alla Parola. «Maria conservava fedelmente tutte queste cose e le meditava nel suo cuore» (Lc 2,19.51). Questo atteggiamento è lo stesso che mostrano tutti i beneficiari di un’apocalisse ma Luca, fra tutti gli elementi apocalittici, ha conservato solo il più interiore. L’apocalisse si svolge non a livello dei segni esterni ma a quello della fede attenta e sensibile. In questo stesso senso, in un ambiente probabilmente molto vicino agli ambienti lucani, l’autore della lettera agli Efesini così pregava il Padre: «Vi conceda uno spirito di sapienza e di rivelazione (apocalisse) per una più profonda conoscenza di lui. Possa egli davvero illuminare gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità tra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo il vigore della sua forza, quella che ha manifestato in Cristo, risuscitandolo dai morti» (Ef 1,17-20).<br /><br />Sembra quasi di ascoltare un commento al racconto dell’Annunciazione. Questo testo esprime molto bene il senso dell’Annunciazione, che è manifestazione della potenza di Dio in Cristo. Ed è proprio questo che Maria riconosce nella fede, grazie all’illuminazione degli occhi del cuore, al pari dei credenti di tutte le generazioni future. Così, al prologo della sua opera, Luca annuncia che l’apocalisse fondamentale è l’irruzione della Parola nel silenzio e nell’umiltà, nella bassezza della vita di una povera vergine. Sotto questo punto di vista, si possono accostare il prologo di Giovanni e quello di Luca: mentre Giovanni riprenderà il tema della Parolà per seguirlo risalendo fino a Dio, Luca si interesserà piuttosto alla discesa di questa Parola verso i poveri e i semplici e nel mondo intero. (...)<br /><br />Questa Parola è la Parola di Dio che trasforma e crea. In Luca, come in tutta la Bibbia, la Parola rivoluziona l’esistenza degli uomini. Di una vergine essa fa una madre, di una giovane galilea la serva del Signore nel progetto divino della salvezza. La Parola rovescia i potenti ed innalza gli umili, rinvia i ricchi a mani vuote e sazia gli affamati. Ricevendo la Parola ci si apre infatti non alla sicurezza tranquilla di gente senza storia, ma ail’avvento apocalittico e all’avventura drammatica di un mondo nuovo. Per questo la pericope dell’Annunciazione non ha una conclusione. Essa si apre su un susseguirsi di eventi: «Mi avvenga secondo la tua Parola», secondo quella Parola che invia Gesù a Gerusalemme, al monte Calvario e a quello dell’Ascensione, secondo quella Parola che mette Pietro e Paolo sulle strade del mondo, secondo quella Parola la cui crescita e il cui impatto prolungano la discesa di Dio nella storia degli uomini.<br /><br />L.Légrand, L’annonce à Marie, 347-348. 350.<br /><br /> <br /><br /> Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-8078683369466783692013-12-18T23:52:00.000-08:002013-12-18T23:52:03.470-08:0019 Dicembre - L’annuncio a Zaccaria<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWEmCDUuGr1Hb-4Tmk5g3rAnEM38Pn2l6NYnHBz0rF1fKNFLryiOvJ63oZyhe2-NIujyrRO4T9uPD7oq8znB7Qc_oho_Aho6bQogbUZIshvcwpDD6ljyXQALEThN3ps5oP9nBE0nkIBNc/s1600/Zaca2007pq.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWEmCDUuGr1Hb-4Tmk5g3rAnEM38Pn2l6NYnHBz0rF1fKNFLryiOvJ63oZyhe2-NIujyrRO4T9uPD7oq8znB7Qc_oho_Aho6bQogbUZIshvcwpDD6ljyXQALEThN3ps5oP9nBE0nkIBNc/s1600/Zaca2007pq.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Annuncio a Zaccaria, tempera su carta, Monastero di San Lorenzo, Amandola Marche, Italia 2007.</td></tr>
</tbody></table>
Zaccaria è sacerdote, Elisabetta appartiene alla discendenza di Aronne.<br /><br />«Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore» (Lc 1, 6), eppure sembrano oggetto di un castigo divino. «Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni» (Lc 1,7).<br /><br />Si ha l’impressione che la storia di Abramo ricominci da capo. Come avvenne per Abramo e Sara, Dio stesso interverrà con la sua Parola e un angelo sarà il suo messaggero. (...)<br /><br />L’apparizione di Gabriele nel santuario durante l’offerta della sera manifesta l’ormai prossimo compimento della profezia da lui annunciata nel libro di Daniele riguardo alla venuta del Messia e all’unzione di un Santo dei Santi (cf. Dn 9,20-27). E mentre annuncia a Zaccaria l’esaudimento della sua preghiera, l’angelo Gabriele, ritto alla destra dell’altare, descrive la missione del figlio che Elisabetta gli darà. Dice innanzitutto il suo nome, che è già rivelativo: «Giovanni», che significa «JHWH fa grazia».<br /><br />Dio risponde alla preghiera dell’uomo con la sovrabbondanza della sua grazia. Poi Gabriele sottolinea la gioia portata dalla nascita del bambino; e già si profila la gioia messianica che colmerà l’attesa di Israele.<br /><br />La consacrazione di Giovanni per una missione particolare è affermata in termini che ricordano la storia di Sansone (cf. Gdc 13,4. 13-14) e l’istituzione del nazireato (cf. Nm 6,3). Questa missione consiste nel camminare dinanzi all’inviato di JHWH con lo spirito e la forza di Elia, cioè in qualità di profeta. La pienezza dello Spirito Santo che discende su di lui fin dal seno materno lo pone nel solco di Geremia (cf. Ger 1,5) e il suo ruolo di riconciliatore messianico adempie la speranza intravista da Malachia al termine dell’Antico Testamento (cf. Ml 3, 24): deve preparare il popolo all’instaurazione del regno.<br /><br />Nel momento m cui per Israele si annunciano questi giorni decisivi, Zaccaria si vede ridotto al silenzio. Ha posto la stessa domanda di Abramo: «Come posso conoscere questo?» (cf. Gen 15, 8), ma senza la fede di Abramo.<br /><br />Oppone la propria situazione, così come la vive, alla Parola creatrice di Dio. Come il primo Adamo esige un sapere più grande della rivelazione che gli viene data, ma la Parola di Dio si dà testimonianza da se stessa: «Chi ha dato una bocca all’uomo o chi lo rende muto o sordo, veggente o cieco? Non sono forse io, il Signore? — risponde Dio a Mosè dubbioso ed esitante. — Non vi è forse Aronne, tuo fratello? Gli parlerai e metterai sulla sua bocca le parole da dire» (Es 4,11. 14-15).<br /><br />Una medesima parola di vita attraversa la carne dei due sposi rendendo l’una feconda e l’altro muto. Zaccaria, ridotto al silenzio, impotente a pronunciare la benedizione finale deve scomparire davanti al solo che è in grado di pronunciarla e di portare a compimento la liturgia iniziata.<br /><br />Poi Zaccaria, una volta guarito, benedirà Dio, ma la benedizione sul popolo sarà data alla fine dell’evangelo (cf. Lc 24,50-51) da Gesù, che Pietro chiamerà il servo inviato a portare la benedizione (cf. At 3,26). (...)<br /><br />Con essa si compirà, oltre ogni speranza, la promessa fatta da Dio ad Abramo: «In te saranno benedette tutte le tribù della terra» (Gen 12,3).<br /><br /><div style="text-align: right;">
<span style="font-size: x-small;">Ph. Bossuyt - J. Radermakers, Jésus Parole de Li Grcice selon saint Luc, 95-98.</span></div>
<br /> <br /><br /> Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-90568391711423630892013-12-17T23:36:00.000-08:002013-12-17T23:36:28.270-08:0018 Dicembre - Il giusto Giuseppe<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzutxs2E-15YfFDH_M-A5fxPADjiUAdK2Kx-yWVAuQcqfxQogkeuLj2vUxgUSB-Fi9ZXxHjtSzXAHWXC1J_NFEv_TnKMUDaAh-rbxQTiGuBX5g6tA1dwH0T6Ime3hX51OFDWCQJJYWhK8/s1600/0312AMAND046.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzutxs2E-15YfFDH_M-A5fxPADjiUAdK2Kx-yWVAuQcqfxQogkeuLj2vUxgUSB-Fi9ZXxHjtSzXAHWXC1J_NFEv_TnKMUDaAh-rbxQTiGuBX5g6tA1dwH0T6Ime3hX51OFDWCQJJYWhK8/s640/0312AMAND046.JPG" width="424" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">San Giuseppe, tempera acrilica su legno, Monastero di San Lorenzo, Amandola Marche, Italia.</td></tr>
</tbody></table>
In che cosa consiste la giustizia di Giuseppe? Nulla ci viene detto della sublime giustizia a causa della quale Giuseppe ha creduto nell’intervento divino; a differenza della Vergine, infatti, egli non svolge alcuna parte nella concezione verginale. La sua giustizia si compie quando permette a Dio di sormontare le difficoltà che crea una nascita senza padre, infamante per gli uomini. In compenso Giuseppe ha un ruolo capitale nella nascita legale. Come Maria ha obbedito in qualità di serva del Signore per concepire il Figlio dell’Altissimo, così egli deve obbedire per divenirne il padre. L’indugio che lo abbandona alle sue sole risorse non è riferito per interessarci alle sue angosce o alla sua virtù morale, ma per rivelare come si realizza il piano divino. Dio solo conduce lo svolgersi degli avvenimenti, ma non per questo disdegna il concorso degli uomini. È in nome della stirpe davidica, in nome d’Israele, come rappresentante del popolo eletto che, per ordine divino, il giusto Giuseppe accetta il mistero della nuova Alleanza. Se Luca, evangelista di Maria, racconta la concezione e la nascita del Figlio della Vergine, Matteo riferisce la nascita del Messia, del Figlio di David.<br /><br />Giuseppe si mostra giusto non in quanto osserva la Legge che autorizza il divorzio in caso di adulterio, né perché si dimostra buono, <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
nè perché egli debba render giustizia ad una innocente, ma per il fatto che egli non vuole farsi passare per padre del bambino, Figlio di Dio. Se egli teme di prendere con sé la sua sposa, Maria, non è per una ragione profana; è perché egli scopre una «economia» superiore a quella del matrimonio che intendeva contrarre.<br /><br />Il Signore ha modificato il suo disegno su di lui; ch’egli accetti di assicurare l’avvenire della sua eletta. Giuseppe si ritira, avendo cura, nella delicatezza della sua giustizia verso Dio, di non «divulgare» il mistero divino di Maria. (...)<br /><br />Giuseppe non è soltanto un modello di virtù, ma l’uomo che ha svolto una funzione indispensabile nell’economia della salvezza. Il giusto Giuseppe può venir paragonato a Giovanni il precursore.<br /><br />Giovanni annuncia e indica il Messia; Giuseppe accoglie il salvatore d’Israele. Giovanni è la voce che si fa eco della tradizione profetica; Giuseppe è il figlio di David che adotta il Figlio di Dio. A motivo della sua proclamazione ufficiale, Giovanni è Elia, il grande profeta; a motivo dell’umile accoglienza ch’egli fa all’Em-manuele nella sua stirpe, Giuseppe è il giusto per eccellenza. Come tutti i giusti, egli aspetta il Messia, ma solo lui riceve l’ordine di gettare un ponte tra i due Testamenti; molto più di Simeone che prende Gesù tra le sue braccia, egli accoglie Gesù nella propria stirpe. Giuseppe reagisce come i giusti della Bibbia davanti a Dio che interviene nella loro storia: come Mosè che si toglie i sandali, come Isaia terrificato dall’apparizione del Dio tre volte santo, come Elisabetta che si chiede perché la madre del suo Signore venga da lei, come il centurione del vangelo, come Pietro che dice: «Allontanati da me, Signore, perché sono un peccatore» (Lc 5,8).<br /><br />X.-L. Dufour, Studi sul vangelo,103-108.<br /><br /> <br /> Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-9056497211605642892013-12-17T04:08:00.001-08:002013-12-17T04:08:58.401-08:0017 dicembre - Nella storia degli uomini<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOqpVK-kDzvhFkid_pHm1cDJ8xqRdRUrxo-j8sUYxXa81nq2e0QKvpJzMA243xfNXjyoU04U7oQDrwZ_hboVODOX0-YYxL5UVSQA6o_Nv00W5zsdnukd0AqbnJhrhd1QzgS0UV6OCPxwo/s1600/B00112_0_0001_Z.JPG" imageanchor="1"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOqpVK-kDzvhFkid_pHm1cDJ8xqRdRUrxo-j8sUYxXa81nq2e0QKvpJzMA243xfNXjyoU04U7oQDrwZ_hboVODOX0-YYxL5UVSQA6o_Nv00W5zsdnukd0AqbnJhrhd1QzgS0UV6OCPxwo/s640/B00112_0_0001_Z.JPG" width="412" /></a></div>
<br />All’inizio del Nuovo Testamento si trova l’uomo Gesù, che viene dalla storia degli uomini: con la sua genealogia Matteo introduce cautamente la lunga e confusa storia dell’Antico Testamento nel Nuovo, che è incominciato con Gesù Cristo. In una triplice serie di quattordici generazioni, egli riprende, in certo qual modo, tutta questa storia e la conduce a colui per il quale soltanto, in definitiva, essa è esistita. Egli mostra che questa storia, su tutte le sue strade, in maniera misteriosa mette in luce Cristo; fa vedere che, anche in passato, si trattava sempre e solo dell’unico Dio, che visitava il suo popolo e che ora in Gesù Cristo è divenuto il fratello degli uomini. (...)<br /><br />La storia, in cui fece il suo ingresso Gesù, è una storia normalissima, con tutti gli scandali e le viltà che si incontrano tra gli uomini, con tutti i progressi ed i buoni propositi, ma anche con tutte le colpe e le bassezze: una storia estremamente umana. Le quattro donne, che sono nominate nella genealogia, sono quattro testimonianze della colpa umana: tra di esse è la prostituta Rahab, che con uno stratagemma fece avere in mano Gerico agli immigrati israeliti; tra di esse vi è la moglie di Uria, della quale David s’impadronì con adulterio ed omicidio. Le cose non sono diverse se guardiamo agli uomini: né Abramo, nè Isacco, né Giacobbe sono figure ideali; non lo è David e neppure Salomone; e, infine, incontriamo anche dei tiranni, come Achaz e Manasse, il cui trono è bagnato dal sangue delle persone innocenti uccise. È una storia tetra quella che conduce a Gesù, non certo senza speranze e senza momenti positivi, ma in complesso una storia di miseria, di colpa, di fallimento. È questo l’ambiente in cui potrebbe nascere il Figlio di Dio? — ci verrebbe voglia di domandarci. La Scrittura risponde: sì. Proprio questo ci è stato dato come segno. L’incarnazione di Dio non è un risultato dell’ascesa dell’uomo, ma un risultato della discesa di Dio. (...)<br /><br />La genealogia di Matteo incomincia con Abramo ed è, quindi, una testimonianza della fedeltà di Dio, il quale ha adempiuto la promessa fatta in precedenza ad Abramo: essere il portatore di una benedizione per tutta l’umanità. Tutta la genealogia, con tutti i suoi disordini, con i suoi alti e bassi, è una lampante testimonianza della fedeltà di Dio, che mantiene la sua Parola malgrado tutti i fallimenti, nonostante tutta l’indegnità degli uomini. L’evangelista Luca, che ci offre parimenti una genealogia di Gesù (Lc 3,23-28), ha scelto un diverso punto di vista. Egli fa risalire la genealogia del Signore non soltanto ad Abramo, ma fino ad Adamo, fino alle mani di Dio che plasmarono l’uomo. Con ciò egli vuole indicare che la comunità di Gesù non solamente è un nuovo Israele, un nuovo popolo di Dio, che Dio raduna per sé in questo mondo, ma vuol affermare che la missione di Gesù è diretta a tutta l’umanità. Non è salvezza per un gruppo, per una cerchia, essa è destinata all’umanità tutta, al mondo. Solamente in Gesù Cristo la missione dell’uomo giunge alla sua vera meta, in lui solo è completamente realizzato il progetto creativo «uomo»; in lui ci è apparsa l’umanità del nostro Dio. Nel volto di Gesù Cristo appare chi è Dio e si manifesta chi è l’uomo.<br /><br />(J.Ratzinger, Dogma e predicazione, 263-266.)<br /><br /> <br /><br /> Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-69859023386690521692013-04-06T01:31:00.001-07:002013-04-06T01:31:34.887-07:00La risurrezione della Parola
<!--[if gte mso 9]><xml>
<o:DocumentProperties>
<o:Revision>0</o:Revision>
<o:TotalTime>0</o:TotalTime>
<o:Pages>1</o:Pages>
<o:Words>604</o:Words>
<o:Characters>3444</o:Characters>
<o:Company>null</o:Company>
<o:Lines>28</o:Lines>
<o:Paragraphs>8</o:Paragraphs>
<o:CharactersWithSpaces>4040</o:CharactersWithSpaces>
<o:Version>14.0</o:Version>
</o:DocumentProperties>
<o:OfficeDocumentSettings>
<o:PixelsPerInch>96</o:PixelsPerInch>
<o:TargetScreenSize>800x600</o:TargetScreenSize>
</o:OfficeDocumentSettings>
</xml><![endif]-->
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:TrackMoves/>
<w:TrackFormatting/>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:DoNotPromoteQF/>
<w:LidThemeOther>PT-BR</w:LidThemeOther>
<w:LidThemeAsian>JA</w:LidThemeAsian>
<w:LidThemeComplexScript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
<w:SplitPgBreakAndParaMark/>
<w:EnableOpenTypeKerning/>
<w:DontFlipMirrorIndents/>
<w:OverrideTableStyleHps/>
</w:Compatibility>
<m:mathPr>
<m:mathFont m:val="Cambria Math"/>
<m:brkBin m:val="before"/>
<m:brkBinSub m:val="--"/>
<m:smallFrac m:val="off"/>
<m:dispDef/>
<m:lMargin m:val="0"/>
<m:rMargin m:val="0"/>
<m:defJc m:val="centerGroup"/>
<m:wrapIndent m:val="1440"/>
<m:intLim m:val="subSup"/>
<m:naryLim m:val="undOvr"/>
</m:mathPr></w:WordDocument>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" DefUnhideWhenUsed="true"
DefSemiHidden="true" DefQFormat="false" DefPriority="99"
LatentStyleCount="276">
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Normal"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="heading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="35" QFormat="true" Name="caption"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="10" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" Name="Default Paragraph Font"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="11" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtitle"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="22" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Strong"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="20" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="59" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Table Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Placeholder Text"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="No Spacing"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Revision"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="34" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="List Paragraph"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="29" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="30" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="19" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="21" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="31" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="32" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="33" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Book Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="37" Name="Bibliography"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" QFormat="true" Name="TOC Heading"/>
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]-->
<!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";}
</style>
<![endif]-->
<!--StartFragment-->
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaGW11HfjK6doVVwSuGjVICBtUcyv_qN9G7lVcRsJb6ZI4QjbrjSbPkfe5PWSOPSkuCiR19GWKO0ZLaISMBbiqc0yyk_JzCjTTEnWk-KBDxYw5PFTnAimEMvYtbJ4zPlSTBOWMdVtQixY/s1600/Chipre015.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaGW11HfjK6doVVwSuGjVICBtUcyv_qN9G7lVcRsJb6ZI4QjbrjSbPkfe5PWSOPSkuCiR19GWKO0ZLaISMBbiqc0yyk_JzCjTTEnWk-KBDxYw5PFTnAimEMvYtbJ4zPlSTBOWMdVtQixY/s1600/Chipre015.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -2.0pt; margin-top: 7.2pt;">
<span style="font-size: 11pt;">La passione del</span><span style="font-size: 11pt; letter-spacing: 0.1pt;"> </span><i style="font-size: 11pt;">Logos
</i><span style="font-size: 11pt;">fino alla morte in questo mon</span><span style="font-size: 11pt; letter-spacing: 0.1pt;">do, pur
comportando un'agonia e una morte della logica, sembrava ancora suscettibile
d'essere espressa in qualche modo con parole di quaggiù. Ma con quali pa</span><span style="font-size: 11pt;">role
descriveremo la logica della risurrezione, destinata</span><span style="font-size: 11pt; letter-spacing: 0.1pt;"> per sua natura a forzare le tombe delle nostre idee, a sorpassare le
nostre rappresentazioni temporali e spaziali, ad attraversare sovranamente le
porte chiuse del concetto? Essa è a tal punto realtà spirituale che tutte le
leggi della materia sono sospese; ed è insieme a tal punto realtà sensibile,
che il Figlio di Dio non solo appare, non solo parla, ma si fa sentire e
toccare, e mangia e beve insieme con i suoi.</span></div>
<div class="Style3" style="margin-right: -2.0pt;">
<span lang="IT" style="font-size: 11.0pt; letter-spacing: .1pt; mso-ansi-language: IT;">La Parola è diventata del
tutto divina ma è rimasta del tutto umana; e questa umanità, che sempre è stata
espressione della sua divinità e ora ormai è stata riassunta nella sfera
celeste, è così naturalmente credibile sulla terra, che nessuna distanza la
separa da quaggiù, e che tutto il passato del cammino terreno è entrato nella
verità eterna, come raccolto in quelle stigmate che egli mostra. Le stigmate
sono più che un segno esterno, una specie di nobile emblema per il dolore che
c'è stato; al di là dell'abisso della morte e risurrezione che raggiunge la
profondità dell'inferno, esse so-</span><span lang="IT" style="font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">no l'identità della coscienza.<span style="letter-spacing: .1pt;"> </span></span><span lang="IT" style="font-family: Garamond; font-size: 11.0pt; letter-spacing: -.1pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Garamond;">E </span><span lang="IT" style="font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">sempre lo stesso, che ha<span style="letter-spacing: .1pt;"> conosciuto questa vita, questa croce e questa
morte. «Guarda le mie mani e i miei piedi: sono proprio <i>io!» (Lc 24,39).
(...)<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="Style3" style="margin-bottom: 3.6pt; margin-left: 0cm; margin-right: -2.0pt; margin-top: 0cm;">
<span lang="IT">Il <i>Logos </i>della
risurrezione, che sgorga dal miracolo della dimostrazione di potenza del Padre,
integra in sé tutto ciò che egli era sulla terra, per rapirlo nella sfera di
questo miracolo, per trasfigurarlo, per sopraelevarlo; il <i>Logos </i>quindi
conserva la continuità con il mondo della storia solo in quanto egli rinnova e
costruisce la storia a partire da questo nuovo inizio. Questo Logos, compreso
nella sua novità, non può assolutamente essere compreso a partire dalle
categorie del vecchio universo.</span><span lang="IT" style="font-size: 11.0pt; letter-spacing: .1pt; mso-ansi-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="Style3" style="margin-right: -2.0pt; text-indent: 14.4pt;">
<span lang="IT" style="font-size: 11.0pt; letter-spacing: .1pt; mso-ansi-language: IT;">«Colui che
sente in modo terreno non accetta le cose che sono dello Spirito di Dio, egli
non può comprenderle, poiché esse devono essere giudicate in modo spirituale;
ma lo spirituale giudica tutto, e non è giudicato da nessuno» <i>(1 Cor 2, </i></span><span lang="IT" style="font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">14-15). <span style="letter-spacing: .1pt;">Qui si inserisce la dottrina di Paolo: il credente
è con-sepolto, con-risorge, addirittura con-ascende al cielo. (...)<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="Style3" style="margin-right: -2.0pt; text-indent: 14.4pt;">
<span lang="IT" style="font-family: Garamond; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Garamond;">E </span><span lang="IT">un costruirsi su Cristo
(cf. <i>Col 2, 7), </i>un «essere associati alla sua pienezza» <i>(Col 2, 9) </i>mediante
il «morire insieme a lui nel battesimo e risorgere insieme a lui per la fede
nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti» <i>(Col 2, </i>12);
poiché proprio «i nostri misfatti», «il certificato di debito che suona contro
di noi» furono in lui «inchiodati sulla croce» <i>(Col </i>2, 14). E così
«attraverso la morte dell<sup>'</sup>Uno sono tutti morti» <i>(2 Cor 5, </i>14)
<i>o </i>anche, ciò che conduce alla stessa conclusione, «mediante l'opera di
giustizia di uno solo viene su tutti la redenzione e la vita» (Rm 5, 18).
«Insieme a Cristo essere morti agli elementi del mondo» <i>(Col 2, 20) </i>vuoi
dire già perciò «essere risorti con Cristo e pensare alle cose dell'alto, dove
Cristo siede alla destra di Dio» <i>(Col 3, 1-2). </i></span><span lang="IT" style="font-family: Garamond; letter-spacing: -.1pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Garamond;">E </span><span lang="IT">esistenza
nel passaggio che Cristo ha compiuto e che solo mediante questo compimento ha
reso possibile anche per noi: «Spogliarsi dell'uomo vecchio con le sue opere e
rivestire l'uomo nuovo» <i>(Col3, 9), </i>che quindi non è affatto uno
gnostico o contemplativo estraniato al mondo, ma sorge dalla concreta, attiva
riproduzione in sé della condizione e dell'agire di Cristo: «Rivestitevi quindi
come eletti di Dio, santi e amati, di viscere di misericordia, di bontà, di
umiltà, di mitezza, di pazienza; sopportatevi a vicenda e perdonate..., come il
Signore vi ha perdonato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Style3" style="margin-right: -2.0pt;">
<span lang="IT" style="font-size: 11.0pt; letter-spacing: .1pt; mso-ansi-language: IT;">Soprattutto rivestitivi
d'amore; esso è il legame della perfezione» </span><i><span lang="IT" style="font-family: Garamond; letter-spacing: .3pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Garamond;">(Col 3, </span></i><span lang="IT" style="font-size: 11.0pt; letter-spacing: .1pt; mso-ansi-language: IT;">12-14). L'etica scaturisce dalla logica
di morte e risurrezione, poiché quella logica permette ai membri di Cristo di
riconoscerla come credibile e di praticarla.<o:p></o:p></span></div>
<span lang="IT" style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 9.0pt; letter-spacing: .3pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">H.U. von Balthasar, </span><i><span lang="IT" style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il <span style="letter-spacing: .2pt;">tutto nel frammento, 226-229</span></span></i><!--EndFragment-->
Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-76865328867485738702013-04-02T01:36:00.001-07:002013-04-02T01:36:45.824-07:00Il tuo nome è Interno, alleluia!<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsNiqthRG8usgxd_ICRhHY8ieFCcF7qsodCpo6Na67CwbJlq9S2cI4-jjo4gzlRspuj03mhNhOZ-rlhoc0oCnIfQ7G2LM_qDxOuCddOx7s_LX30DNeN7b8g10vrrTF8e0Sw5hjcW8Mqbo/s1600/8605881786_37da8f515c_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="584" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsNiqthRG8usgxd_ICRhHY8ieFCcF7qsodCpo6Na67CwbJlq9S2cI4-jjo4gzlRspuj03mhNhOZ-rlhoc0oCnIfQ7G2LM_qDxOuCddOx7s_LX30DNeN7b8g10vrrTF8e0Sw5hjcW8Mqbo/s640/8605881786_37da8f515c_o.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nolite mi tangere, San Pedro el viejo, Huesca Spagna.</td></tr>
</tbody></table>
<!--[if gte mso 9]><xml>
<o:DocumentProperties>
<o:Revision>0</o:Revision>
<o:TotalTime>0</o:TotalTime>
<o:Pages>1</o:Pages>
<o:Words>500</o:Words>
<o:Characters>2850</o:Characters>
<o:Company>null</o:Company>
<o:Lines>23</o:Lines>
<o:Paragraphs>6</o:Paragraphs>
<o:CharactersWithSpaces>3344</o:CharactersWithSpaces>
<o:Version>14.0</o:Version>
</o:DocumentProperties>
<o:OfficeDocumentSettings>
<o:AllowPNG/>
</o:OfficeDocumentSettings>
</xml><![endif]-->
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:TrackMoves/>
<w:TrackFormatting/>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:DoNotPromoteQF/>
<w:LidThemeOther>PT-BR</w:LidThemeOther>
<w:LidThemeAsian>JA</w:LidThemeAsian>
<w:LidThemeComplexScript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
<w:SplitPgBreakAndParaMark/>
<w:EnableOpenTypeKerning/>
<w:DontFlipMirrorIndents/>
<w:OverrideTableStyleHps/>
<w:UseFELayout/>
</w:Compatibility>
<m:mathPr>
<m:mathFont m:val="Cambria Math"/>
<m:brkBin m:val="before"/>
<m:brkBinSub m:val="--"/>
<m:smallFrac m:val="off"/>
<m:dispDef/>
<m:lMargin m:val="0"/>
<m:rMargin m:val="0"/>
<m:defJc m:val="centerGroup"/>
<m:wrapIndent m:val="1440"/>
<m:intLim m:val="subSup"/>
<m:naryLim m:val="undOvr"/>
</m:mathPr></w:WordDocument>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" DefUnhideWhenUsed="true"
DefSemiHidden="true" DefQFormat="false" DefPriority="99"
LatentStyleCount="276">
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Normal"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="heading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="35" QFormat="true" Name="caption"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="10" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" Name="Default Paragraph Font"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="11" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtitle"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="22" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Strong"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="20" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="59" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Table Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Placeholder Text"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="No Spacing"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Revision"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="34" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="List Paragraph"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="29" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="30" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="19" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="21" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="31" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="32" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="33" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Book Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="37" Name="Bibliography"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" QFormat="true" Name="TOC Heading"/>
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]-->
<!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:12.0pt;
font-family:Cambria;
mso-ascii-font-family:Cambria;
mso-ascii-theme-font:minor-latin;
mso-hansi-font-family:Cambria;
mso-hansi-theme-font:minor-latin;
mso-fareast-language:JA;}
</style>
<![endif]-->
<!--StartFragment-->
<br />
<div class="MsoNormal">
Quanto lungo, per
quanto breve cronologicamente e spazialmente, è il cammino che Maria deve
percorrere per passare dall’«esterno» e dall’essere solo «vicino» (Gv 20,11) al
sepolcro in cui cerca l’Amore crocifisso, a lasciarsi introdurre all’interno del
mistero di Cristo ormai risorto. Il cammino che Maria vive accanto al sepolcro
è il processo di conversione cui l’apostolo Pietro invita i suoi uditori al
mattino di Pentecoste: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare»
(At 2,38), ossia accetti di farsi innestare nella stessa vita del Risorto. Ci
verrebbe da consigliare a Pietro di non insistere troppo sul passato, visto che
tutto alla fine si è risolto per il meglio, anzi sembra che Gesù di Nazaret ci
abbia persino un po’ guadagnato, visto che ormai si può proclamare e credere
che sia stato «costituito Signore e Cristo» (2,36). Ma l’opera di Dio, per
quanto magnifica e capace di rigenerare e riposizionare la storia, non è
sufficiente senza il consenso della nostra volontà, che deve necessariamente
passare attraverso la presa in carico delle proprie responsabilità.</div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Per questo
Pietro, dopo aver esaltato l’opera di Dio, ricorda – prima di tutto a se stesso
– quella dura verità che può schiacciare o può far volare: «… che voi avete
crocifisso» (2,36). Per la stessa ragione, il Signore Gesù non si rivela
immediatamente a Maria di Magdala e, soprattutto, non si rivela per quello che
questa donna vede, ma per quel cammino di consapevolezza del dolore e del vuoto
lasciato da Gesù nella sua vita che le permette di incontrarlo ricominciando ad
ascoltare dalle sue labbra il suo stesso nome: «Maria!« (Gv 20,16). La domanda
– o meglio le domande – che vengono poste a Maria sono le stesse che sentiamo
risuonare nel giardino del nostro cuore, ove siamo chiamati a passare dalla
tristezza dell’attaccamento al nostro dolore a una graduale apertura,
nell’accoglienza di una gioia inedita e imprevista. Tutto ciò ci chiede di
andare oltre noi stessi, pur nella verità di noi stessi che ci porta oltre la
stessa nostra esperienza di risurrezione in un dinamismo centrifugo ed
estroverso che, dall’interno di un cuore pacificato e guarito, si fa dinamico
annuncio e non dolce intimismo. Nel pronunciare il nome da parte del Risorto e
nella risposta di Maria, che lo chiama «Maestro», vi è una pedagogia che
permette di passare dall’impersonale al personalissimo reciproco riconoscimento.
Esso esige una giusta dose di rispetto e distanza, e un’accoglienza serena di
quell’ordine che permette alla vita di dare il meglio: «Non mi trattenere,
perché non sono ancora salito al Padre» (20,17). Così pure, al mattino, quanti ascoltano
Pietro si sentono «trafiggere il cuore» e solo a partire dalla coscienza delle
proprie responsabilità si apre un futuro: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?»
(At 2,37). Se è vero che la risurrezione non è una rivincita di Gesù su quanti
lo hanno rifiutato fino a crocifiggerlo, è ancora più vero che la discreta vittoria
pasquale sulla morte, che nasce dal rifiuto dell’amore, non è una storia a
lieto fine in cui tutti sono felici e contenti, ma una storia che esige il
coraggio di assumere il passato e volgersi verso l’avvenire attraverso scelte
concrete ed esigenti nel presente: «Convertitevi…» (2,38).<o:p></o:p></span></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<span lang="IT" style="font-family: "Meta-Bold","serif"; font-size: 12.0pt; font-variant: small-caps; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Meta-Bold; mso-fareast-font-family: "MS 明朝"; mso-fareast-language: JA; mso-fareast-theme-font: minor-fareast;">Semeraro</span><span lang="IT" style="font-family: "Meta-Bold","serif"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Meta-Bold; mso-fareast-font-family: "MS 明朝"; mso-fareast-language: JA; mso-fareast-theme-font: minor-fareast;">, M., <i>La messa quotidiana</i>, aprile 2011, 187-189,</span><o:p></o:p></div>
<!--EndFragment-->Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-41205587924330480442013-04-01T09:06:00.001-07:002013-04-01T09:06:47.773-07:00Nel giardino della risurrezione<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoKGu9472S-wdG5Z3x5MS2pEBAB1FDRsUOKr5MLcDq1vtuxFHqgo8tvVvn3cxd2A245CTmxaaDhISlSUGJ5LYAejtJf1JByzGu91pFRfNusj1J5934gvV9YMMRoTAdVHySiqqyx0RG15s/s1600/JesusMadalenaXIII.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="428" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoKGu9472S-wdG5Z3x5MS2pEBAB1FDRsUOKr5MLcDq1vtuxFHqgo8tvVvn3cxd2A245CTmxaaDhISlSUGJ5LYAejtJf1JByzGu91pFRfNusj1J5934gvV9YMMRoTAdVHySiqqyx0RG15s/s640/JesusMadalenaXIII.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Miniatura, sec. XIII</td></tr>
</tbody></table>
Maria di Magdala non si reca al sepolcro per ungere il corpo di Cristo, ma per piangere. Nel quarto evangelo l'unzione è già stata fatta da Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea; Giovanni l'ha già descritta. Maria piange. Quattro volte Giovanni menziona queste lacrime. E ancora buio, è l'ora della tristezza e delle tenebre ma già si percepisce che la luce sta per risplendere. <br /><br />Maria di Magdala vede la pietra rimossa dal sepolcro, corre allora da Pietro e dall'altro discepolo, quel-lo che Gesù amava, per confidare loro tutto il suo smarrimento: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto» (Gv 20, 13). Non sa più dove sia Gesù. Pietro e Giovanni vanno al sepolcro, vedono le fasce a terra e il lenzuolo che gli era stato posto sul capo, piegato a parte, poi se ne ritornano a casa. Il discepolo che Gesù amava è il primo a credere. <br /><br />Maria di Magdala ritorna al sepolcro. Piange e si china verso il sepolcro: il vuoto totale. Non trova colui che ha amato. Pur sapendolo morto, lo cerca ancora con passione. Due angeli la interrogano: «"Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto". Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava li in pie-di, [cioè risorto], ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo". Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbuní!", che significa: "Maestro"» (Gv 20, 13-16). <br /><br />Gesù rivolge a Maria di Magdala la domanda che aveva rivolto tempo addietro in Galilea, quando chiamava i primi discepoli. «Chi cercate?» domandava Ge-sù ai due discepoli di Giovanni Battista che diverranno discepoli del Galileo. E come allora i due discepoli attribuiscono a Gesù il titolo di «Rabbi». Maria di Magdala, che riconosce Gesù quando la chiama per nome, esclama: «Rabbuní, Maestro!». <br /><br />Cercando il suo Maestro dopo la sua morte, riconoscendolo quando egli pronuncia il suo nome, si fa discepola alla sequela del Cristo risorto, come lo era stata quando era in vita. Ha seguito Gesù in Galilea, l'ha seguito fino alla croce, lo segue ora nella sua risurrezione. Essa si volge verso Gesù, annota Giovanni; ci vuoi suggerire con queste parole che Maria si converte al Cristo risorto. Maria di Magdala crede alla sua risurrezione, trova vivente colui che cercava morto. <br /><br />Giovanni si è preso cura di precisare che il sepolcro è posto in un giardino, evocazione possibile del giardino del Cantico dei Cantici. Come la sposa del Cantico, Ma-ria sconsolata si è messa a cercare il suo Signore che le era stato tolto. Come la sposa lo ha trovato e non lo lascerà più. «Ho trovato l'amato del mio cuore» (Ct 3, 4). <br /><br />Maria di Magdala, chiamata «donna» da Gesù, personifica l'umanità alla ricerca di un salvatore. Sposa, è anche la nuova Eva. Nel giardino dell'Eden la prima donna era fuggita, nel giardino della risurrezione la donna riconosce il suo Maestro e non lo lascia più. <br /><br />Alla brezza della sera, Dio conversava con colei che il peccato aveva sedotto; all'alba della risurrezione vie-ne ad asciugare le lacrime di colei che aveva liberato dai sette demoni. L'Eva della caduta diventa l'Eva della fede. <br /><br />J.-L. Vesco, Marie de Magdala. Évangiles et traditions, pp. 25-28.Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-83657076652147009442013-03-31T05:34:00.000-07:002013-03-31T05:34:17.659-07:00Pasqua di risurrezione Cristo è risorto<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCmN4DzBVru3MsvPTKaMIeopeckzmTBsWVpKxcGXhufja7rzfKLmdUkiTjtZTlyZb-o8bDPvE3IqKmrDC69ODyqI8qUWI-hokgLnkRDYEYQf52kSvx_sCId2Ej6F5gxAdkW3fvBCZ4Vs0/s1600/67Defunti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCmN4DzBVru3MsvPTKaMIeopeckzmTBsWVpKxcGXhufja7rzfKLmdUkiTjtZTlyZb-o8bDPvE3IqKmrDC69ODyqI8qUWI-hokgLnkRDYEYQf52kSvx_sCId2Ej6F5gxAdkW3fvBCZ4Vs0/s640/67Defunti.jpg" width="448" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Discesa agli Inferi, Acquerella, Collezione fatta per "la Domenica" 2000, Italia.</td></tr>
</tbody></table>
Che significa celebrare Pasqua nel nostro mondo ripieno di sofferenze, di odio, di ostilità, di guerre? Che cosa vuoi dire la nostra liturgia orientale quando ci fa cantare che Cristo «con la morte ha vinto la morte» e ci fa ascoltare «che non c'è più alcun morto nei sepolcri», mentre la morte esiste ancora ed è l'unica certezza assoluta in questo mondo, a dispetto di tutta l'agitazione umana? (...) <br /><br />Non c'è una risposta definitiva a questa domanda, non esiste una spiegazione della fede pasquale formulabile in termini scientifici. Ciascuno può testimoniare soltanto la propria esperienza. Ma se vi riflettiamo, proprio al cuore di questa esperienza vissuta e personale, scopriamo ad un tratto il fondamento di tutto, che cancella tutti i nostri dubbi e interrogativi come il fuoco che fonde la cera e illumina ogni cosa di luce abbagliante. Qual è dunque questa esperienza? Non posso descriverla e definirla altrimenti che come l'esperienza del Cristo vivente. Ciò che rende possibile la festa stessa della Pasqua, ciò che riempie di gioia e di luce questa notte unica e fa risuonare con tanta forza il grido di trionfo: «Cristo è risorto ! E veramente risorto!», è proprio la mia fede nata dall'esperienza vivente di Cristo. Come e quando essa è sorta, non lo so, non lo ricordo più. So solo che quando apro i vangeli e leggo le parole di Gesù e il suo insegnamento, ripeto dentro di me, con tutto il cuore e con tutto il mio essere, le parole degli inviati dei farisei, venuti per arrestare Gesù e ritornati senza averlo potuto fare: «Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!» (Gv 7, 46). La prima cosa che so è che l'insegnamento di Cristo è vivo e che nulla al mondo può essergli paragonato. Questo insegnamento mi parla di vita eterna, di vittoria sulla morte, di un amore che vince la morte. Ormai so che nella vita in cui tutto sembra difficile e quotidiano, l'unico bene che rimane e non cambia mai è proprio la coscienza che Cristo è sempre con me. «Non vi lascio orfani. Ritornerò da voi» (Gv 14, 18). Viene a noi e noi possiamo sperimentare la sua presenza. Nella preghiera, nel fremere dell'anima, nella gioia incomprensibile e tuttavia così intensa, nella presenza misteriosa e certa della sua persona, nella Chiesa che prega e amministra i sacramenti, ogni volta questa esperienza cresce e si amplifica: il Cristo è presente, le sue parole si sono compiute. «Se uno mi ama io lo amerò e mi manifesterò a lui; e noi verremo e prende-remo dimora presso di lui» (Gv 14, 21.23 ). Nella gioia e nella sofferenza, in mezzo alla folla e nella solitudine, ritroveremo la certezza della sua presenza, la forza del-la sua parola, la gioia della fede in lui. Ecco la sola risposta e la sola prova. <br /><br />Perché cercare tra i morti colui che è vivente? Per-ché piangere l'incorruttibile nella corruzione? Il cristianesimo non è nient'altro che il sentimento rinnovato di questa fede e la sua incarnazione. Pasqua, infatti, non è il ricordo di un evento passato. E l'incontro reale nella gioia e nel gaudio con colui nel quale il nostro cuore ha scoperto la vita e la luce. La grande notte pasquale testimonia che Cristo è vivente e che noi siamo viventi in lui. E un richiamo a vedere nel mondo e nella vita l'alba del giorno misterioso del regno di luce. La Chiesa orientale canta: «In questo giorno la primavera espande il suo profumo e la creatura rinnovata si rallegra». Essa si rallegra nella fede, nell'amore e nella speranza. «E il giorno della risurrezione. La festa ci illumini, abbracciamoci gli uni gli altri come fratelli, nel no-me del Risorto perdoniamo coloro che ci odiano e cantiamo: "Cristo è risorto dai morti, con la morte ha di-strutto la morte e a coloro che giacevano nei sepolcri ha donato la vita". Cristo è risorto!». <br /><br />A. Schmemann, Christ est ressuscité, pp. 26-28.Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-40270574487872578272013-03-30T03:24:00.002-07:002013-03-30T03:24:56.952-07:00Gli inferi ormai appartengono a Cristo<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsEggimQspwFOEJLrGl7yT3jXBWGiAMcTJCkqjRxFacP8CtJXbFIHxsVP15b5g0EU9Fg_Rxyg0lDjfqgi1X8bYCfigbfYi4Z3UEyxuNP3UX3CU6R1oUnYT-Z_HN6IXobVJ-qlVpF0GySM/s1600/13+-+Discesa+agli+Inferi+-+Discesa+al+Limbo+-+Cristo+nella+rosa+dei+venti+-+I+terzo+XIs+-+Exultet.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsEggimQspwFOEJLrGl7yT3jXBWGiAMcTJCkqjRxFacP8CtJXbFIHxsVP15b5g0EU9Fg_Rxyg0lDjfqgi1X8bYCfigbfYi4Z3UEyxuNP3UX3CU6R1oUnYT-Z_HN6IXobVJ-qlVpF0GySM/s1600/13+-+Discesa+agli+Inferi+-+Discesa+al+Limbo+-+Cristo+nella+rosa+dei+venti+-+I+terzo+XIs+-+Exultet.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Discesa agli Inferi - sec. XIs - Rotolo dell'Exultet.</td></tr>
</tbody></table>
Se il Padre deve essere considerato come il creatore della libertà umana, con tutte le sue prevedibili conseguenze, allora a lui appartiene originariamente il giudizio e perciò anche l'inferno; e quando invia nel mondo il Figlio per salvarlo invece di giudicarlo e a tal fine «rimette a lui ogni giudizio» (Gv 5,22), allora, quale conseguenza estrema della libertà creata, deve anche introdurre il Figlio nell'«inferno». Ma il Figlio può essere realmente introdotto nell'inferno solo in quanto morto, il Sabato santo. <br /><br />Questo ingresso negli inferi è necessario, perché i morti «devono ascoltare la voce del Figlio di Dio» e, ascoltando questa voce «vivere» (Gv 5,25). Il Figlio deve visitare tutto ciò che nel dominio della creazione è imperfetto, informe, caotico per farlo passare nel suo dominio poiché egli è il redentore. È quanto dichiara Ireneo: «Per questo discese nelle regioni inferiori della terra, per vedere con i suoi occhi ciò che nella creazione era incompiuto» (Adv. Haer., 4, 22,1). <br /><br />Questa visione del caos operata dall'Uomo-Dio è divenuta per noi la condizione della nostra visione della Divinità. La sua esplorazione delle profondità ultime ha trasformato quella che era una «prigione» in una «via». Così dichiara Gregorio Magno: «Cristo è disceso nelle profondità ultime del mare, quando andò nel più profondo inferno, per ricondurre da là le anime dei suoi eletti. Prima della redenzione, le profondità del mare non erano una via, ma una prigione... Ma Dio trasformò quell'abisso in una via... È chiamato anche "l'abisso più profondo", perché come gli abissi del mare non possono essere sondati da alcuno sguardo umano così il segreto dell'inferno non può essere colto da alcuna conoscenza umana» (Mor., 29). <br /><br />Ma il Signore può attraversare il più profondo inferno perché non è impedito da alcun legame di peccato ma è «libero tra i morti». Gregorio poi dagli abissi del Sabato santo si volge a contemplare le discese del Redentore nella perdizione del cuore peccatore: la stessa discesa si ripete ogni volta che il Signore scende nelle profondità dei «cuori disperati». <br /><br />Al seguito di Gregorio, anche Isidoro di Siviglia parla della «via nelle profondità del mare», che apre agli eletti la via del cielo (1 Sent., 14, 15). Poiché il Figlio attraversa il caos in virtù della missione ricevuta dal Padre, in mezzo alle tenebre di ciò che è contrario a Dio, è oggettivamente «in paradiso», e ciò può essere espresso dall'immagine del trionfo. Così afferma Prodo di Costantinopoli: «Oggi Cristo è venuto nella prigione quale re, oggi ha spezzato le porte di bronzo e il chiavistello di ferro; lui che fu inghiottito come un morto ordinario, ha devastato l'inferno in Dio» (Serm., 6,1). Ha preso possesso degli inferi, come sottolinea Tommaso d'Aquino (Expos. symb., a 5). Gli inferi ormai appartengono a Cristo. H.U. von Balthasar, Pâques, le mystère, 168-169.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-66738736585757852702013-03-28T19:28:00.002-07:002013-03-28T19:28:51.154-07:00Obbediente fino alla morte di croce<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLyWpRREnHTm3zOcu6YUxOJ69WFP1rs6Q58tSmcT5bhfeiYoh0gR0QT8-NFmrqOQ24VLl-GCPkfSIRaa26JTZUwb2ZGEOSCVUGhuHUuC44bO0Czi6WQF0y4KyqwmuG97Ng80AUwLnypAM/s1600/CHAGALLWHITE.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLyWpRREnHTm3zOcu6YUxOJ69WFP1rs6Q58tSmcT5bhfeiYoh0gR0QT8-NFmrqOQ24VLl-GCPkfSIRaa26JTZUwb2ZGEOSCVUGhuHUuC44bO0Czi6WQF0y4KyqwmuG97Ng80AUwLnypAM/s640/CHAGALLWHITE.JPG" width="554" /></a></div>
Il Dio che ha risuscitato Gesù dai morti è lo stesso che lo ha «consegnato» alla morte di croce. Già nell'abbandono della croce, quando Gesù invoca «perché?», Paolo vede la risposta a questo grido: «Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?» (Rm 8,32). Il Padre, come Paolo pone in particolare risalto, ha dunque abbandonato e consegnato alla morte il «proprio Figlio». Ancora più energicamente Paolo sostiene che «Dio lo fece peccato in nostro favore» (2 Cor 5, 21), e: «Egli divenne maledizione per noi» (Gal 3, 13). Il Padre abbandona il Figlio «per noi», per diventare cioè il Dio e Padre degli abbandonati. Il Padre «dà» il Figlio per diventare per mezzo di lui il Padre di coloro che sono stati «consegnati» (Rm 1, 18 ss ). Il Figlio viene consegnato a questa morte per diventare il fratello e il salvatore dei condannati e maledetti. <br /><br />Il Figlio patisce la morte in questo abbandono. Il Padre patisce la morte del Figlio. Alla morte del Figlio risponde quindi il dolore del Padre. E se in questo viaggio all'inferno il Figlio perde il Padre, in tale giudizio anche il Padre perde il Figlio. È messa in gioco la vita più intima della Trinità. Qui l'amore del Padre che si comunica diventa dolore infinito per il sacrificio del Figlio. Qui l'amore del Figlio che risponde al Padre diventa sofferenza infinita per l'essere respinto e ripudiato dal Padre. Ciò che accade sul Golgota raggiunge la divinità fin nel suo più profondo e connota quindi la vita trinitaria nella Trinità. <br /><br />Secondo Gal 2, 26, però, il Figlio non è stato consegnato soltanto dal Padre; anche lui «ha dato se stesso per me». Nell'avvenimento di questa «dedizione» egli non è soltanto oggetto ma anche soggetto. La sua passione e morte furono una passio activa, una via che egli segue in piena consapevolezza, una morte che egli accetta. Secondo l'inno cristologico che Paolo riprende in Fil 2, l'autodonazione del Figlio consiste nel suo spogliarsi dell'immagine divina, nel suo assumere la figura di servo, nel suo umiliarsi e rendersi «obbediente» fino alla morte di croce. Per la lettera agli Ebrei (5,8) egli «imparò l'obbedienza dalle cose che patì». Paradossalmente soffrì per la preghiera non esaudita, per l'abbandono del Padre. Così egli ha «imparato» l'obbedienza e il sacrificio. E ciò in piena sintonia con l'esposizione sinottica della storia di passione. <br /><br />Dal punto di vista teologico ciò significa una profonda conformità di voleri tra il Figlio consegnato e il Padre che consegna. Questo è pure il contenuto del racconto del Getsemani. Ma la profonda comunione di volontà ha la sua origine nel momento della più ampia separazione del Figlio dal Padre e del Padre dal Figlio, nella morte di maledizione sulla croce, nella «notte oscura» di questa morte. Sulla croce Padre e Figlio sono talmente separati l'uno dall'altro che si interrompono anche le relazioni che li uniscono. Gesù morì «senza Dio». Sulla croce, però, Padre e Figlio sono talmente uniti da esprimere un unico movimento di dedizione: «Chi vede il Figlio, vede il Padre» (Gv 14, 9). (...) <br /><br />Paolo ha interpretato l'avvenimento dell'abbandono da parte di Dio sulla croce come sacrificio del Figlio e il sacrificio del Figlio come amore di Dio. Quello che è l'amore di Dio, «dal quale nulla potrà mai separarci» (Rm 8,39), si è realizzato sulla croce e sulla croce viene sperimentato. Quel Dio che invia il proprio Figlio negli abissi e negli inferni dell'abbandono di Dio, della maledizione di Dio e del giudizio finale, nel suo Figlio si è reso ovunque e continuamente presente ai suoi. Dando il Figlio egli dona «ogni cosa», e «nulla» potrà mai più separarci. <br /><br />J. Moltmann, Trinità e Regno di Dio, pp. 92-93Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-72342515812998183402013-03-28T02:02:00.002-07:002013-03-28T02:02:52.646-07:00Li amò sino alla fine<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8UZH8YJTPZYqptvi-LriWhUjijzxY0a7QlZDKqDYo4QlHv36hKk-9Et66oQ-jyiGLUpmoMZNAr_JNjIiOxuGSc0u8fuJlcoHEFWixKp0rjnyJZYDLtlHKqh7cfOToyNCasfmtM3y0Rqs/s1600/Lavanda+dei+piedi+-+15+-+Ultima+cena++e+Lavanda+piedi+-+1418-1422+-+Bibbia+di+Mkrtich+Naghash+-+m.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8UZH8YJTPZYqptvi-LriWhUjijzxY0a7QlZDKqDYo4QlHv36hKk-9Et66oQ-jyiGLUpmoMZNAr_JNjIiOxuGSc0u8fuJlcoHEFWixKp0rjnyJZYDLtlHKqh7cfOToyNCasfmtM3y0Rqs/s1600/Lavanda+dei+piedi+-+15+-+Ultima+cena++e+Lavanda+piedi+-+1418-1422+-+Bibbia+di+Mkrtich+Naghash+-+m.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ultima cena e Lavanda piedi - 1418-1422 - Bibbia di Mkrtich Naghash </td></tr>
</tbody></table>
«Gesù, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine» (Gv 13, l). Li amò sino alla fine, fino alla profondità massima e fino al termine, fino alla fine di quell'amore infinito, fino all'essere stesso di Dio. Proprio nella sua semplicità questa espressione raggiunge le altezze massime, il cuore stesso del mistero di salvezza che si fonda sul mistero della santa Trinità. Gesù rivela l'amore perfetto e infinito del Padre celeste che crea e salva inviando il Figlio nel mondo, nella carne, nella condizione umana più umile. «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, affinché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» (Gv 3, 16-17). <br /><br />«Li amò sino alla fine»: nel linguaggio giovanneo questa parola fine (telos) annuncia anche la passione, l'amore infinito del Figlio che ha assunto in perfetta obbedienza la natura umana fino alla spoliazione totale, fino alla morte e alla morte di croce (cf. Fil 2, 8). «Non c'è amore più grande che dare la vita per i propri amici» (Gv 15, 13). <br /><br />«Li amò sino alla fine». Ma la morte non è l'ultima parola, le tenebre non possono soffocare la luce. «Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita per poi riprenderla di nuovo. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio» (Gv 10, 17-18). Ho il potere di dare la vita e il potere di riprenderla di nuovo. Tale è la forza inaudita della risurrezione che ha origine sulla croce e nel sepolcro. Croce vittoriosa, sepolcro vivificante! «Li amò sino alla fine», cioè fa partecipare i suoi alla sua vita attraverso la sua morte. «Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6, 4). <br /><br />«Li amò sino alla fine», fino alla vittoria sulla morte, sull'ultimo nemico, finché la vita nuova viva nei nostri corpi mortali. «Li amò sino alla fine» manifesta anche l'amore infinito dello Spirito santo che ci rivela il volto di gloria del Cristo risorto e che ci fa partecipare, attraverso l'umiliazione del Figlio eterno, alla gloria della sua risurrezione; amore infinito dello Spirito santo il quale ci trascina al seguito di Gesù sommo sacerdote, nostro precursore (cf. Eb 6, 20), fino alla destra del Padre celeste, e che dimora con noi per sempre. <br /><br />La venuta dello Spirito santo, di cui Gesù è il precursore, è veramente il termine e la pienezza dell'amore della santa Trinità, amore rivelato e offerto come comunione; in lui la vita stessa di Dio scorre nelle nostre membra, ci unifica, ci rinnova, ci purifica. Lo Spirito santo è il grande Purificatore, viene a porre la sua dimora in noi, a purificarci da ogni impurità, da ogni peccato, da ogni male. Santificarci, chiamarci alla purificazione è l'esigenza propria all'amore di Dio; senza questa purificazione il nostro amore stesso, i nostri gesti e i nostri doni sono opachi, appesantiti. L'amore è umile, ma esigente. <br /><br />È bene ricordare il contesto trinitario dell'amore e dell'umiliazione dell'ultima cena e della lavanda dei piedi. Amore e umiliazione, amore perfetto e totale abbassamento sono due realtà inseparabilmente unite nei gesti umani più quotidiani come nei momenti più sublimi della redenzione di Cristo. Amore e umiliazione che hanno le loro radici nella vita stessa di Dio, nella sua natura ineffabile. (...) L'amore di Cristo continua nell'oggi della vita della<img src="file:///Users/Ruber/Library/Caches/TemporaryItems/msoclip/0/clip_image001.gif" /> Chiesa. Ma come può la Chiesa, a sua volta, amare fino alla fine, come può il cristiano, profondamente immerso nei problemi, nei conflitti, nelle tensioni, nelle contraddizioni e nelle incertezze del mondo, come può amare fino alla fine? <br /><br />«Vi ho dato un esempio perché come ho fatto io, facciate anche voi» (Gv 13, 15). La lavanda dei piedi continua di generazione in generazione in una catena di amore che non deve spezzarsi. Questo gesto indica la qualità di umiltà del nostro amore, rivela l'umanità, la verità, la tenerezza del nostro cuore, la freschezza, la spontaneità, forse anche la follia del nostro servizio ai fratelli. Amare fino alla fine, è per la chiesa, rivelare al mondo il volto di Cristo. <br /><br />B. Bobrinskoy, Il les aima jusqu'au bout, 354-358.Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-37918253809948403292013-03-27T01:54:00.002-07:002013-03-27T01:54:41.215-07:00Il Figlio dell'uomo se ne va come sta scritto di lui<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/1b/Besojudas.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/1b/Besojudas.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Anonimo sec. XII</td></tr>
</tbody></table>
«Mentre erano a mensa e mangiavano, Gesù disse loro: "In verità vi dico, uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà"» (Mc 14, 18). Uno dei Dodici..., dei commensali..., l'amico! Così in Gesù non si adempie solamente la parola profetica del servo di Dio, ma anche la parola del Salmista: «Anche l'amico in cui confidavo, anche lui, che mangiava il mio pane, alza contro di me il suo calcagno» (Sal 41, 10; cf. Gv 13, 18). Nel destino di Gesù si adempie anche il destino dell'uomo pio dei Salmi. <br /><br />Gesù si vede abbandonato nella cerchia dei suoi Dodici. Uno lo consegnerà, un commensale lo tradirà. Sarà una morte prodotta da infedeltà e tradimento, una morte amara, solitaria. Ma anche ad essa Gesù dà la sua approvazione. Il discorso di Gesù ha innanzitutto un effetto speciale nella cerchia dei Dodici: «Allora cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo l'altro: "Sono forse io?"» (Mc 14, 19). I suoi discepoli si sentono colpiti dal suo discorso. Anche questa parola è per loro una parola irrevocabile. La prendono sul serio. Non la respingono sdegnati, non la scansano, si lasciano esaminare da essa. L'accettano: «cominciarono a rattristarsi». E, poi, neppure guardano all'altro, ma uno dopo l'altro chiedono: «Sono forse io?». Non sono per nulla sicuri della loro personale fedeltà. Ciascuno ritiene possibile in sé il tradimento di Gesù. Al momento non sono consapevoli di alcuna colpa. Tuttavia non considerano escluso di poter cadere in una simile terribile colpa. Essi non hanno mai capito veramente Gesù, si sono opposti come tutti alla sua via della passione, la loro opposizione è diventata tanto più forte quanto più questa via si avvicinava e più urgente si faceva il suo annuncio; anzi, alla fine, dinanzi alla croce, lo hanno anche abbandonato, dopo che Pietro, che già lo aveva dichiarato Messia, non lo aveva più voluto riconoscere. Nondimeno è rimasto loro quest'unico sentimento: essi non sono più sicuri di se stessi e non accusano subito l'altro, ma chiedono a Gesù: «Sono forse io?». La parola di Gesù ha ancora valore per loro e li scuote. <br /><br />Gesù non risponde alla loro domanda, non dice chi è il traditore, non toglie ai discepoli la loro salutare ed avvilente ignoranza. Prima di tutto ripete solamente la sua parola profetica, ponendola con ciò ancora più fortemente nella cornice del banchetto: «Ed egli disse loro: "Uno dei Dodici, colui che intinge con me nel piatto"» (Mc 14, 20). (...) Gesù non si sofferma su quello che gli cagionerà uno del ristrettissimo gruppo dei discepoli, guarda alla sua strada, voluta da Dio, e al giudizio che incombe sul suo traditore: «Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui» (Mc 14, 21). Egli compie la volontà di Dio così com'essa è già contenuta nella Scrittura dell'Antico Testamento. Solamente per questo motivo uno riesce veramente a «tradire» Gesù. In greco la parola che noi traduciamo con «andarsene» non ha il significato di «morire». Marco e Matteo la adoperano per questo solamente qui. In Giovanni, poi, essa acquista una grande importanza. Esprime la necessità e la libertà del cammino di Gesù verso la croce, l'irrevocabilità che Gesù assunse nella sua volontà. Questa strada deve essere percorsa e Gesù la percorre. <br /><br />R Schlier, La passione secondo Marco, pp. 32-34.Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-76229515444932903232013-03-26T01:49:00.000-07:002016-03-23T02:56:19.958-07:00Giuda, uno dei Dodici<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5g172USxKoXdd1fYTykdKfW4VZEFUvDCXrbfopZF2wb6_ycNF459iVWWezxgigMToxSZ6VG5_uV6htdbj9r8KHbGlTu_X7uEupS7MgNr-nlOM5RQ1AK8r7h0gZ756sDJNKw4KKWebE7Y/s1600/beijodejudas.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5g172USxKoXdd1fYTykdKfW4VZEFUvDCXrbfopZF2wb6_ycNF459iVWWezxgigMToxSZ6VG5_uV6htdbj9r8KHbGlTu_X7uEupS7MgNr-nlOM5RQ1AK8r7h0gZ756sDJNKw4KKWebE7Y/s640/beijodejudas.jpg" width="634" /></a></div>
<span style="font-size: x-large;">«Ecco, si avvicina colui che mi tradisce» (Mt 26, 47). Neppure uno sguardo per la folla che si avvicina, per le spade e i bastoni dei nemici. Essi non avrebbero alcun potere! Lo sguardo di Gesù è solo per colui che ha procurato quest'ora di tenebra. Anche i suoi discepoli devono sapere dove sta il nemico. Per un attimo tutto è nelle mani di quel solo, il traditore, la storia della salvezza e del mondo. «Ecco colui che mi tradisce», e nella notte i discepoli riconoscono con orrore in lui Giuda, il discepolo, il fratello, l'amico. </span><br />
<span style="font-size: x-large;"><br /></span>
<span style="font-size: x-large;">«Mentre parlava ancora, ecco Giuda, uno dei Dodici, arrivò, e con lui una gran folla di gente armata di spade e bastoni» (Mt 26,47). </span><br />
<span style="font-size: x-large;"><br /></span>
<span style="font-size: x-large;">Ora vediamo che restano solo due persone come protagonisti. I discepoli e le guardie si ritirano, sono due gruppi non all'altezza di ciò che devono fare. Solo due sono quelli che fanno la loro opera come va fatta. </span><br />
<span style="font-size: x-large;"><br /></span>
<span style="font-size: x-large;">Gesù e Giuda. Chi è Giuda? Questo è il problema. E uno dei problemi antichissimi e insistentemente rimeditati nella cristianità. Dapprima atteniamoci a ciò che l'evangelista stesso ci dice in proposito: «Giuda, uno dei Dodici». Riusciamo a cogliere un po' dell'orrore con cui l'evangelista ha scritto questa piccola frase? Giuda, uno dei Dodici; che c'era di più da aggiungere? E veramente con ciò non era detto tutto, tutto l'oscuro segreto di Giuda e al tempo stesso il più profondo orrore per questa azione? Giuda, uno dei Dodici; il che significa: era impossibile che accadesse questo, era totalmente impossibile, eppure accadde. No, qui non c'è più niente da spiegare e da capire. E assolutamente inspiegabile, incomprensibile, resta totalmente mistero, eppure è accaduto. Giuda, uno dei Dodici, non significa solo uno che giorno e notte era accanto a Gesù, uno che si era fatto suo discepolo, che aveva sacrificato qualcosa per questo, che aveva lasciato tutto per stare con Gesù, un fratello, un amico, un uomo di fiducia di Pietro, di Giovanni, del Signore stesso. Ma c'era qualcosa di ancora più incomprensibile: Gesù stesso aveva chiamato ed eletto Giuda! E questo il vero mistero, poiché Gesù sapeva fin dall'inizio chi lo avrebbe tradito. Nel vangelo di Giovanni dice Gesù: «Non sono stato io che ho eletto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo» (Gv 6, 70). Giuda, uno dei Dodici! Il lettore a questo punto è costretto a guardare con la massima costernazione non solo a Giuda, ma anche al Signore che lo ha eletto. E quelli che ha eletto, li ha amati. Li ha fatti partecipare a tutta la sua vita, e Giuda è stato uno di loro. (...) </span><br />
<span style="font-size: x-large;"><br /></span>
<span style="font-size: x-large;">Eppure Gesù sapeva dall'inizio chi lo avrebbe tradito! Giovanni è in grado di riferire inoltre di un segno estremamente misterioso dell'attaccamento di Gesù a Giuda. Nella notte dell'ultima cena Gesù dà a Giuda un boccone di pane intinto, e a questo segno della massima familiarità Satana entra in Giuda. Allora Gesù dice a Giuda, con una preghiera che è al tempo stesso un comando: «Quello che fai, fallo al più presto» (Gv 13, 27). Nessun altro capì quello che stava avvenendo. Tutto rimase fra Gesù e Giuda. </span><br />
<span style="font-size: x-large;"><br /></span>
<span style="font-size: x-large;">Giuda, uno dei Dodici, eletto da Gesù, ammesso alla familiarità con Gesù, amato: questo significa forse che Gesù vuoi mostrare e provare anche a colui che lo tradisce il proprio amore? Significa che egli deve anche sapere che in fondo non c'è niente da tradire in Gesù? E anche che Gesù ama profondamente la volontà di Dio, che si compie nella passione, ama anche colui che con il suo tradimento gli apre la strada, che ora per un attimo ha in mano il destino di Gesù? Significa che egli lo ama come l'esecutore della volontà di Dio, pur sapendo la minaccia che grava su colui che la renderà effettiva? E un grande insondabile mistero: Giuda uno dei Dodici. </span><br />
<br />
D. Bonhoeffer, Predica su Giuda, pp. 532-534.Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-20775504495327171912013-03-24T03:08:00.001-07:002016-03-20T04:39:21.715-07:00Ecco il tuo re viene a te <table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiscIasNCSwZYoRG6gKr-4nAQCF3rDGj0mLpXBHqhiIalom6OX8_XRVTyrpCsw4OPmSYQRSk32V6kdZNYT7ZnZb8pPMRIDeaee37cNV9WB5vEdIL8r6GjnwIMcr1_hojM9jlDlEa8dBB2M/s1600/DSCF0387.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiscIasNCSwZYoRG6gKr-4nAQCF3rDGj0mLpXBHqhiIalom6OX8_XRVTyrpCsw4OPmSYQRSk32V6kdZNYT7ZnZb8pPMRIDeaee37cNV9WB5vEdIL8r6GjnwIMcr1_hojM9jlDlEa8dBB2M/s640/DSCF0387.JPG" width="480" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Entrata di Gesù in Gerusalemme e nella vita di Zaccheo, Tempera su tavola, 2002-</td></tr>
</tbody></table>
Una settimana prima della Pasqua i credenti festeggiano la Domenica delle Palme. In questo giorno ricordano l'ingresso di Gesù a Gerusalemme, ingresso ricolmo di gloria e di umiltà. Il popolo accoglie Gesù come un re, con esclamazioni di gioia e portando in mano rami di palma. <br />
<br />
Il vangelo dice che «la città tutta fu in agitazione» (Mt 21,10), ma questo re non ha alcun potere se non quello dell'amore, non dona nulla se non libertà e gioia, non chiede nulla se non questo stesso amore e questa stessa libertà. <br />
<br />
«Ecco il tuo re viene a te, mite» (Zc 9,9). Questo testo del profeta Zaccaria è citato dal vangelo (Mt 21,5) e questa stessa profezia è letta durante la liturgia della Domenica delle Palme. Proprio in quest'incontro tra l'umiltà e la sovranità, tra il potere e l'amore, tra la gloria e la libertà, risiede il significato eterno di questo evento evangelico e insieme di questa festa. Come allora, anche il mondo attuale esalta il dominio, il potere, il successo, il conflitto. Allora come adesso, ciascuno vuoi regnare sull'altro, comandare, dirigere, esaltare il proprio potere. «I re delle nazioni dominano su di esse, dice il Signore, e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere fra voi» (Mt 20,25-26). (...) <br />
<br />
Gesù avanza verso Gerusalemme; è il Signore povero, che non ha pietra ove posare il capo. Invia due discepoli perché gli conducano un asinello, sul quale si siede: ed è qui tutto il suo trionfo, tutta la sua gloria. Gli vengono incontro folle immense e tutta la città risuona dei saluti tradizionalmente riservati al re: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!» (Mt 21,9). <br />
<br />
Gesù insegnava: «Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv 8,32). Tutto il suo insegnamento prova che non esiste alcun potere al mondo che possa spezzare dall'interno e asservire colui che conosce la verità e che in essa ha ottenuto la libertà. Si può trasformare un paese in una prigione e obbligare la gente a tremare per decine di anni. Giunge il momento in cui la verità trionfa e il potere trema. Bisogna di nuovo mobilitare gli schiavi del potere perché gridino: «Crocifiggete, annientate, chiudete la bocca a quei criminali!». <br />
<br />
La Domenica delle Palme ci dice che il regno della libertà, dell'amore e della verità si è levato su questa terra. Cristo è entrato in una città di questo mondo. Ha insegnato che bisogna essere liberi qui ed ora, che bisogna amare qui ed ora, che ogni paura deve essere vinta dall'amore, che l'uomo realizza la sua eternità in questo mondo creato da Dio, ricolmo della bellezza di Dio. <br />
<br />
Ogni volta che nell'ufficio di vigilie della liturgia orientale, la notte della Domenica delle Palme, in uno dei momenti più solenni e gioiosi, i fedeli che riempiono la chiesa innalzano i rami illuminati dalle candele e fanno nuovamente risuonare il grido: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!», in quell'istante non si fa semplicemente memoria di quello che avvenne tanto tempo fa, in un passato lontano. Con quelle parole i presenti promettono di essere fedeli all'unico re e all'unico regno, promettono di essere fedeli alla libertà, alla verità e all'amore che egli ha annunciato, o più semplicemente riaffermano e annunciano la libertà divina dell'uomo. <br />
<br />
La Domenica delle Palme è la festa del regno di Dio che ha cominciato a manifestarsi. Certo, sappiamo che dopo la luce e la gioia di questo giorno, dopo questo trionfo e questa gloria ci immergeremo nella tristezza e nelle tenebre della Settimana Santa. Il potere non dimenticherà e non perdonerà il trionfo di Cristo, lo condannerà a morte e farà di tutto per estirpare anche l'ultimo briciolo del suo terribile insegnamento, perché gli è insopportabile il suo appello alla libertà, all'amore e alla verità. <br />
<br />
La Domenica delle Palme è «anticipazione della croce», come proclama un canto di questa festa, ma noi sappiamo già che dal profondo del Venerdì santo, sulla via del Golgota, mentre il Cristo sta andando verso la sofferenza e la croce, ci giungono le sue parole: «Padre, l'ora è venuta: glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te» (Gv 17,1-2). <br />
<br />
A. Schmemann, Le dimanche des Rameaux, 23-25. <br />
<br />Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-76830295419345403782013-03-23T04:43:00.000-07:002013-03-23T04:43:59.734-07:00Conversione del bisogno in desiderio<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWGsiLR-q-uuaHeO3ZbQOq0NVgIvof2Tw3q4Ygj4AP_2cU7G9rrt1qb6XM6ZhfuKR5QtpHIwA1y3dfovshsJDLUb6vHlEcQJYlR2_IE4ay2gOZlUb4xmJfKbJXadbIiqOL-eZYLOSWiYI/s1600/08+-+Livia+come+orante+-+I+s.+a.C.+(Aurea+Roma+2000+598).JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWGsiLR-q-uuaHeO3ZbQOq0NVgIvof2Tw3q4Ygj4AP_2cU7G9rrt1qb6XM6ZhfuKR5QtpHIwA1y3dfovshsJDLUb6vHlEcQJYlR2_IE4ay2gOZlUb4xmJfKbJXadbIiqOL-eZYLOSWiYI/s640/08+-+Livia+come+orante+-+I+s.+a.C.+(Aurea+Roma+2000+598).JPG" width="412" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: -webkit-auto;"><span style="font-family: Garamond; font-size: small;"><b>Livia come orante, s. I a.C.</b></span></td></tr>
</tbody></table>
La preghiera, come già spiegava sant'Agostino, è un'attività di conversione: non cambia il disegno di Dio, ma cambia noi conducendoci ad accettarlo e a consentirvi. È nella preghiera dunque che si compie questa specie di alchimia, se così ci si può esprimere, che trasforma i nostri «bisogni» in «desiderio». Si tratta non tanto di «desideri» al plurale che potrebbero non essere che altrettante manifestazioni dei bisogni, ma di quest'unico desiderio che consiste nell'essere tesi verso ciò che solo trasformerà il nostro vuoto in pienezza; in linguaggio cristiano nell'essere tesi verso colui che è l'unico necessario. <br /><br />I nostri bisogni ci fanno ricercare una soddisfazione per noi stessi; il desiderio, al contrario, è quell'atteggiamento di offerta che ci fa tendere verso l'altro per lui stesso. Il simbolo di questo passaggio dai bisogni al desiderio è il silenzio nel quale, dopo aver chiesto di ricevere cose da possedere, da consumare, non riceviamo risposta; accettiamo allora che sia colmato solo quel desiderio che Dio stesso ha messo nel nostro cuore e che il suo Spirito non cessa di esprimervi con le sue aspirazioni inesprimibili, alle quali ci è semplicemente chiesto di associarci. Liberandoci dai nostri bisogni, liberiamo il nostro desiderio. Il silenzio di Dio, il nostro silenzio di consenso al suo silenzio ci liberano dal linguaggio del nostro egoismo e vi sostituiscono il linguaggio dell'amore. <br /><br />Tali distinzioni possono aiutarci a interpretare le infinite variazioni sui temi complementari dei silenzi e delle parole di Cristo e dei cristiani, cui si sono dedicati gli autori spirituali di ogni tempo. Nel tempo in cui vive in Maria, «il Verbo eterno si confina nel silenzio», «l'onnipotenza è inattiva come se nulla potesse» (Guerric d'Igny, In Ann., 3,4); sulla croce Gesù proverà scoraggiamento e fiducia al tempo stesso. Si abbandona nell'istante stesso in cui è abbandonato; il suo grido è contemporaneamente, secondo Matteo e Marco, lamento e domanda: «Mio Dio, mio Dio, per-ché?», e secondo Luca è un'affermazione più forte del silenzio del Padre nel momento in cui gli risponde: «Nelle tue mani, affido il mio spirito...». <br /><br />Fra il silenzio dell'infans, che non può ancora parlare, e quello del morente, che presto non potrà più farlo in questa vita, c'è uno spazio in cui sono situate tutte le parole che Cristo ci rivolge per invitarci all'amore. Parole di uomo rivolte a uomini. Per esprimere il proprio mistero Gesù ha fatto uso delle nostre parole, del linguaggio del suo tempo e del suo ambiente. È partito dai bisogni di quanti lo attorniavano, dai bisogni di tutti gli uomini, per trasformarli in desiderio. E per insegnarci a farlo, ha scavalcato i propri bisogni, ha rinunciato a soddisfarli, a cominciare da quello, così profondo in tutti, di non morire. Gesù è stato puro desiderio: assenso al desiderio del Padre, accettazione del suo volere su di lui. <br /><br />Gesù ha mutuato le sue immagini, il suo linguaggio di mediazione dalle gioie e dalle sofferenze degli uomini, per insegnarci a elevarci al di sopra di esse partendo da esse. Non ci è chiesto, nella preghiera, di dimenticarle, e neppure di soffermarcisi troppo, ma di trasformarle. E normale, è del tutto naturale che noi cominciamo col parlare di noi a Dio, prima di arrivare a parlargli di lui. <br /><br />I nostri bisogni diventano l'occasione da cui nasce il nostro desiderio di incontrarlo, di colmare il desiderio che egli ha di noi. In questo cercarci a vicenda, è lui che ha tutta l'iniziativa. <br /><br />J. Leclercq, Silence et parole..., 191-192. <br />Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-78753572582066734712013-03-22T02:06:00.001-07:002013-03-22T02:06:29.659-07:00La preghiera frutto del pentimento<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhgnL0FdfBCQhv8COj4na_j1Fl6dP64LFVo74I-8L9vZXP4UtPvZwoVDP1s-CgSQNv6_RgCt9_yK0ommnPY_1Cv1hUK9SuUWCdiLP90odAR8lbfu-Qi3BR0ZEKL9jQTkuW09vnK-dLZpQ/s1600/Sao+Pedro++Arrependido.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhgnL0FdfBCQhv8COj4na_j1Fl6dP64LFVo74I-8L9vZXP4UtPvZwoVDP1s-CgSQNv6_RgCt9_yK0ommnPY_1Cv1hUK9SuUWCdiLP90odAR8lbfu-Qi3BR0ZEKL9jQTkuW09vnK-dLZpQ/s640/Sao+Pedro++Arrependido.jpg" width="462" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">San Pietro pentito, terracotta di Agostinho da Piedade OSB, 1636, Salvador de Bahia, Brasile.</td></tr>
</tbody></table>
La vera preghiera, quella che noi siamo, a livello della nostra esistenza profonda, non può essere che il frutto della conversione. È li che sfocia il cammino di conversione. Prima di questo momento della conversione la preghiera potrebbe essere nient'altro che un'impresa dell'uomo alla ricerca di Dio. Il credente allora impegnerebbe tutte le energie nel tentativo di orientare ognuna delle sue facoltà verso un Signore che si nasconde. Uno sforzo assolutamente meritevole, certamente. Egli cercherebbe di fare di Dio l'oggetto della sua intelligenza, potrebbe anche, per così dire, sforzarsi a produrre qualche sentimento, ma il risultato di una tale ascesi sarebbe sempre passeggero e superficiale. Se prima il cuore non si è purificato e non si è infiammato da se stesso in preghiera, ogni sforzo per la preghiera rimane sterile. <br /><br />La preghiera deve nascere dalla conversione. Ecco che d'improvviso essa sgorga e diviene presto un fiume che nulla potrebbe più trattenere. È il frutto immediato della compunzione. Katanyssein e compungere, infatti, significano alla lettera: pungere, trafiggere. Lo sguardo misericordioso di Dio punge e trafigge il cuore. Il corpo allora si effonde in lacrime, e il cuore in preghiera. «Quando piangi», annota Isacco il Siro, «i tuoi pensieri mettono il piede sul cammino della vita eterna» (Discorso, 15). È vicina la nuova nascita. <br /><br />Dapprima questa preghiera sgorga ancora dal profondo dell'angoscia, sfoga la propria miseria. È grido di aiuto, implorazione di perdono. Ma più inonda il cuore con il suo fluire incessante, più si pacifica e si riconcilia, per così dire, con il peccato. O piuttosto, essa finisce per distogliere lo sguardo dalla propria debolezza per fissare unicamente il volto della misericordia. <br /><br />Il pentimento si tramuta allora, a poco a poco, in una gioia umile e discreta, in timore amoroso, e infine in azione di grazie. La colpa non è negata, non è scusata, ma si converte in perdono. <br /><br />Là dove abbondava il peccato, la grazia non cessa di sovrabbondare (cf. Rm 5, 20). Tutto ciò che il peccato aveva distrutto, la grazia lo riporta a un incomparabile splendore. Se la preghiera porta ancora i segni della colpa e della miseria, si tratta ormai di una felix culpa, di una colpa assunta e avvolta dall'amore. La preghiera allora è prossima a divenire incessante eucaristia. <br /><br /> A. Louf, Repentir et expérience de Dieu, 41-42.Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6246579380669573826.post-17387880307484987202013-03-21T05:15:00.002-07:002013-03-21T05:15:26.807-07:00Ogni nostra preghiera è in Cristo<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbqj5LDdaTy1zMspeo5mQXCM5RGoqwdGoTL60V9KDx9jwX07aGGALjg_tchI4SR45xiWXBprFYg_zBpWrz5TCyG7258fRTpsKJ5TZKsiMXc1mwoeFNqpRDT9A0YoNfHSuZRqxodX3o-u0Y/s400/CATACUMBAS+2+-+JES%25C3%259AS,+ALFA+Y+OMEGA.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbqj5LDdaTy1zMspeo5mQXCM5RGoqwdGoTL60V9KDx9jwX07aGGALjg_tchI4SR45xiWXBprFYg_zBpWrz5TCyG7258fRTpsKJ5TZKsiMXc1mwoeFNqpRDT9A0YoNfHSuZRqxodX3o-u0Y/s1600/CATACUMBAS+2+-+JES%25C3%259AS,+ALFA+Y+OMEGA.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cristo Signore, Comodilla, Roma, sec. IV</td></tr>
</tbody></table>
Se i Salmi sono. Parola di Dio, allora è Dio stesso che parla in queste preghiere, è lui che prega. Dio che prega e Dio che esaudisce la preghiera: un problema che solamente in Gesù Cristo trova soluzione. Egli è il nostro portavoce, sia nel tempo della sua umiliazione, sia nella sua elevazione eterna. Egli prega per noi dinanzi al trono di Dio. Cristo, il Figlio di Dio divenuto uomo, prega suo Padre. Prega in quanto tentato in ogni cosa come noi, essendo passato attraverso il peccato e la morte, in quanto nostro fratello che ci conosce. Non pronuncia questa preghiera al nostro posto come se non appartenesse anch'egli alla nostra razza, come se non fosse con noi; egli infatti ha fatto sua la nostra preghiera e, in un'intercessione eterna, la fa sua tutti i giorni là dove si prega nel suo nome .Questo ci porta a vedere la differenza essenziale che intercorre fra la preghiera cristiana e ogni altra preghiera. La preghiera cristiana non è una preghiera immediata, come se, così direttamente, noi potessimo trovare nella preghiera quell'accesso a Dio che ci è rifiutato per altre vie; come se Dio dovesse agire nei nostri confronti attraverso il suo mediatore, mentre noi potremmo, grazie alla nostra preghiera, scavalcare questo mediatore. La nostra preghiera è una preghiera trasmessa da Cristo, che è il mediatore. Il fatto che noi possiamo raggiungere Dio nella preghiera non è un'evidenza religiosa: è un fatto reso possibile unicamente da Cristo. Nessuna preghiera trova la strada di Dio se Gesù Cristo, il nostro intercessore, non se ne fa carico dicendola per noi; nessuna preghiera trova questa strada, se non è pronunciata nel nome di Gesù Cristo. Non si tratta di una formula, ma di una realtà: la nostra preghiera è legata all'uomo Gesù Cristo, alla sua vita, alla sua morte e risurrezione, è legata all'atto anteriore e già consumato di Dio, alla Parola, pronunciata da Dio, che ci assolve. Poiché Dio è divenuto uomo e ha sofferto con noi, è stato provato in ogni cosa come noi, nell'angoscia e nella morte, e «nei giorni della sua carne, ha offerto preghiere e suppliche con forti grida e lacrime» (Eb 5,7); per questo e in questo soltanto, noi abbiamo la grazia della preghiera. <br /><br />La preghiera cristiana esiste dunque unicamente in base alla Parola di Dio pronunciata in Gesù Cristo e in base all'intercessione eterna di Gesù Cristo per la sua comunità. Vale a dire che la preghiera cristiana è una preghiera legata alla Scrittura santa. Il vero presupposto della preghiera cristiana è il fatto che Dio resti, anche là, colui che parla, cioè il soggetto; il fatto che essa sia la Parola di Dio, cioè la preghiera di Gesù Cristo, il grande sacerdote. Ora, i Salmi esprimono per l'appunto questo dato di fatto, in quanto si presentano a noi come preghiera della comunità di Dio e come Scrittura santa. Ciò significa molto semplicemente che è Cristo stesso colui che prega nei Salmi, e che noi ripetiamo queste preghiere nel nome di Gesù Cristo. Non ha senso, quindi, concepire le preghiere dei Salmi come preghiere dell'immediatezza, come se ne fossimo noi il soggetto; si tratta invece di comprendere e di pregare i Salmi come le preghiere di Gesù Cristo nella comunità o come le preghiere della comunità nel nome di Gesù Cristo. <br /><br />D. Bonhoeffer, Textes choisis, 204-205.Ruberhttp://www.blogger.com/profile/03661961553500372998noreply@blogger.com0