quarta-feira, 27 de fevereiro de 2013

Riconoscere la propria miseria per trovare misericordia

portale di Moissac, Borgogna, sec. XIII. Storia di Lazaro che non era vista dal ricco mangione 

La vita eterna è mostrata come questo abbraccio di Dio nella figura di Abrammo, con l'anima di Lazaro tra le braccia.
Non esiste vera vita spirituale all'infuori dell'amore di Cristo.

Possediamo una vita dello Spirito soltanto perché siamo amati da lui. E la vita spirituale consiste nel ricevere il dono dello Spirito santo e la sua carità, perché Gesù ha disposto, nel suo amore, che vivessimo del suo Spirito, di quello stesso Spirito che procede dalla Parola e dal Padre e che è l'amore di Gesù per il Padre suo.

Se conosciamo quanto è grande l'amore di Gesù per noi, non avremo mai paura di andare a lui in tutta la nostra povertà, la nostra debolezza, la nostra miseria e la nostra infermità spirituale. Anzi, quando arriviamo a comprendere di che genere sia il suo amore per noi, preferiamo andare a lui in veste di poveri miseri. Non ci vergogneremo mai della nostra miseria. La miseria torna tutta a nostro vantaggio quando non abbiamo da cercare altro che misericordia. Possiamo essere contenti del nostro stato di indigenza, se siamo veramente convinti che la potenza di Dio opera nella nostra infermità.

Il segno più sicuro che abbiamo ricevuto una comprensione spirituale dell'amore che Dio ha per noi è l'apprezzare la nostra povertà alla luce della sua infinita misericordia.

Dobbiamo amare la nostra povertà come la ama Gesù. Essa ha tanto valore agli occhi suoi, che è morto sulla croce per presentare la nostra povertà al Padre suo e arricchirci dei tesori della sua misericordia infinita.

Dobbiamo amare la povertà degli altri come la ama Gesù. Dobbiamo vederli con gli occhi della sua compassione. Ma non possiamo avere una vera compassione degli altri se non siamo disposti ad essere oggetto di compassione e a ricevere perdono per i nostri peccati.

Non sappiamo realmente perdonare se non conosciamo che cosa sia essere perdonati. Dovremmo dunque essere contenti che i nostri fratelli ci possano perdonare. E il perdono scambievole che rende manifesto nella nostra vita l'amore che Gesù ha per noi, perché nel perdonarci a vicenda ci comportiamo nei confronti degli altri così come Gesù fa con noi. 
Th. Merton, Pensieri nella solitudine, pp. 29-30.

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