quarta-feira, 20 de fevereiro de 2013

O SIAMO TENTATI IN ADAMO O SIAMO TENTATI IN CRISTO

Saulieu, sec. XII
La Sacra Scrittura non contiene, come potrebbe fare un libro di edificazione, un insieme di racconti di tentazioni umane o il modo in cui esse sono state vinte. In realtà ci riporta solo due teo­rie di tentazione: quella del primo uomo e la tentazione di Gesù Cristo, cioè la tentazione che portò alla caduta dell'uomo e quella che portò alla caduta di Satana. 

Tutte le altre tentazioni umane si riconducono a queste due tentazioni. O siamo tentati in Adamo, oppure siamo tentati in Cri­sto. Cioè, o è tentato l'Adamo che è in noi, e ci sarà allora la nostra caduta, oppure Cristo in noi è tentato e ci sarà la caduta di Satana.

La tentazione di Gesù Cristo fu infinitamente più temibile di quella di Adamo. All'inizio Adamo non aveva infatti nulla in lui che potesse dare al tentatore dei diritti o un qualche potere. Cristo invece ha portato tutto il peso della maledizione e della condanna che è propria della carne. E tuttavia la sua tentazione era destinata a servire nel futuro alla salvezza di ogni carne tentata. L'Evangelo racconta che Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo (cf. Mt 4,1).

Vediamo innanzitutto che il Padre non ha munito il Figlio di ogni forza e arma per permettergli di sostenere la lotta. Lo Spirito però ha condotto Gesù nel deserto, nella solitudine, nell'abbandono. Dio priva suo Figlio di ogni aiuto che gli uomini e le creature potevano offrirgli. Bisogna che nell'ora della tentazione Gesù sia debole, solo, affamato.

Dio lascia l'uomo solo nella tentazione.

A differenza della tentazione di Adamo e di ogni tentazione umana, qui il seduttore si avvicina lui stesso a Gesù (cf. Mt 4,3). Mentre, di solito, si serve della creatura, qui è obbligato a combat­tere di persona. Ciò ci mostra con chiarezza che la tentazione di Gesù comprendeva anche tutte le altre.

DIETRICH BONHOEFFER, Si je n'ai pas I'amour, Genève 1972, p. 59.

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