San Giuseppe, tempera acrilica su legno, Monastero di San Lorenzo, Amandola Marche, Italia. |
Giuseppe si mostra giusto non in quanto osserva la Legge che autorizza il divorzio in caso di adulterio, né perché si dimostra buono,
Il Signore ha modificato il suo disegno su di lui; ch’egli accetti di assicurare l’avvenire della sua eletta. Giuseppe si ritira, avendo cura, nella delicatezza della sua giustizia verso Dio, di non «divulgare» il mistero divino di Maria. (...)
Giuseppe non è soltanto un modello di virtù, ma l’uomo che ha svolto una funzione indispensabile nell’economia della salvezza. Il giusto Giuseppe può venir paragonato a Giovanni il precursore.
Giovanni annuncia e indica il Messia; Giuseppe accoglie il salvatore d’Israele. Giovanni è la voce che si fa eco della tradizione profetica; Giuseppe è il figlio di David che adotta il Figlio di Dio. A motivo della sua proclamazione ufficiale, Giovanni è Elia, il grande profeta; a motivo dell’umile accoglienza ch’egli fa all’Em-manuele nella sua stirpe, Giuseppe è il giusto per eccellenza. Come tutti i giusti, egli aspetta il Messia, ma solo lui riceve l’ordine di gettare un ponte tra i due Testamenti; molto più di Simeone che prende Gesù tra le sue braccia, egli accoglie Gesù nella propria stirpe. Giuseppe reagisce come i giusti della Bibbia davanti a Dio che interviene nella loro storia: come Mosè che si toglie i sandali, come Isaia terrificato dall’apparizione del Dio tre volte santo, come Elisabetta che si chiede perché la madre del suo Signore venga da lei, come il centurione del vangelo, come Pietro che dice: «Allontanati da me, Signore, perché sono un peccatore» (Lc 5,8).
X.-L. Dufour, Studi sul vangelo,103-108.
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